Le allegre finanze di Banchilandia

Quattro o cinque lustri addietro, fece il suo esordio sul panorama delle nuove professioni, la figura del “consulente finanziario”. Quarantenne abbronzato, di aspetto rassicurante, impeccabile abito Saraceni, fluente linguaggio specialistico, ufficio in centro, arredato con raffinata architettura d’interni, segretaria graziosa, elegante, ma non appariscente, scrivania ordinata, due telefoni a tastiera, monitor acceso con lo schermo occupato da grafici zigzaganti e formule matematiche, riceveva i clienti con affettata cortesia, offrendo d’acchito un immagine prestigiosa ed altamente affidabile. Le proposte iniziali, discrete ed allettanti non destavano sospetti. “Per mezzo della nostra rete informatica”, sentenziava, “operiamo su tutte le borse europee, statunitensi ed abbiamo enorme esperienza sulla scelta dei titoli ad alto rendimento. Provi ad investire, una piccola parte dei suoi risparmi, una cifra modesta, diciamo duecentomila lire (cento euro odierni); tra sei mesi ritirerà capitale ed interessi, liquidati a partire da un tasso minimo garantito del 15%.” Poi stampava sotto gli occhi attoniti del suo interlocutore, una serie di tabulati dai quali risultava che negli ultimi due anni le obbligazioni “tal dei tali”, avevano guadagnato il 32% .L’esiguo capitale di rischio e la sicumera dell’ “esperto”, convincevano il poveraccio a tirar fuori il contante già prelevato ed a firmare una decina di fogli fittamente scritti, che citavano oscure norme ed articoli di diritto internazionale e che avrebbero richiesto mezz’ora per la sola lettura (“sa, è per sua ulteriore tutela!”).Il giorno della scadenza, evidenziata in giallo sul certificato gelosamente custodito sottochiave per tutto il semestre, l’ignara vittima si ritrovava tra le mani un assegno circolare di duecentoventimila lire. Tornando sui suoi passi, continuava a leggere, incredulo, il foglio dei conteggi rilasciatogli, dal quale risultava il guadagno del 40% annuo, al netto di un’ onestissima commissione. Con il cuore in tumulto, il malcapitato correva a prosciugare il proprio conto postale, e, mezz’ora dopo depositava il cospicuo malloppo nelle mani del suo “benefattore”. Costui, fingendo laboriosi calcoli al computer, proponeva una forma di investimento ancor più vantaggiosa, a fronte di un semplice vincolo biennale, con cedole pagate semestralmente, ma immediatamente reinvestite. Il conto del montante era da capogiro: allo scadere dei due anni la cifra minima d’incasso garantito avrebbe raggiunto ventisei milioni e cinquecentomila lire, quasi il doppio dei sedici milioni iniziali. Ultimata la firma dei fogli di “tutela”, il gabbato rincasava e raccontava alla moglie smugugnante l’incredibile affare appena concluso. I puntuali estratti conto, preparati ad arte, visibili solo presso gli uffici del “professionista” (“lei mi capisce; sono informazioni riservate”) superavano largamente le già rosee previsioni, ma, al termine del periodo sottoscritto, la “preda designata” sbatteva il naso contro un’amarissima sorpresa: lo studio di consulenza risultava improvvisamente serrato ed il suo denaro volatilizzato insieme all’ineffabile dr Oreste Volpe Zecchini, specialista in transazioni finanziarie, di cui gli rimaneva il solo biglietto da visita.Avvocati e denunce non sortivano effetto alcuno, poiché il “soggetto” sembrava sparito nel nulla, e il poveraccio doveva anche sopportare il sardonico disprezzo della consorte che non gli risparmiava epiteti tra i quali il più benevolo era quello di emerito cretino.Ebbene, malgrado l’ampio risalto a fatti similari, prodotto ed enfatizzato dalla stampa, sembra che negli anni a seguire l’esercito dei creduloni abbia subito considerevole incremento: i “consulenti finanziari”, anche loro moltiplicati, occupano adesso comode poltrone nelle scintillanti sedi degli istituti di credito, travestiti da funzionari, direttori e preposti, ma la subdola truffa, legalmente non perseguibile, poiché formalmente non associabile ad estorsione, continua ad essere regolarmente consumata.“La sua domanda per un mutuo, da me benevolmente perorata, è stata accolta. Per la grande stima, maturata nel tempo per lei e la sua famiglia, voglio proporle una straordinaria operazione personale e dedicata. Acquisti con i suoi risparmi le obbligazioni subordinate che le propongo; al termine, con i soli interessi maturati, potrà estinguere in anticipo l’intero debito”.La “carpa” inghiotte l’esca ignorando la presenza dell’amo, salvo accorgersi in seguito ed inopinatamente che le risorse accumulate in un’intera vita di lavoro e sacrifici si sono trasferite ad irraggiungibili distanze siderali.Il decreto di salvataggio, precipitosamente emesso dal governo, salva le terga di impiegati e dirigenti che con cinica determinazione hanno organizzato i “pacchi”. Gli organi di sorveglianza si palleggiano l’un l’altro le responsabilità, la commissione arbitrale esaminerà in tempi geologici i singoli ricorsi ed al povero risparmiatore rimane un ‘unica, tragica alternativa: il colpo di pistola.

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