L’Azione Cattolica riunita in assemblea

Il bilancio: «Stiamo trasformando le idee in scelte»

L’Azione Cattolica lodigiana in assemblea al seminario vescovile ha eletto ieri il nuovo consiglio diocesano. Come ogni tre anni, la più grande associazione di laici in diocesi – circa 1.750 gli aderenti nel 2011 – si è ritrovata per un bilancio sul cammino percorso e per gettare le basi di quello futuro. In mattinata i lavori sono stati aperti dall’assistente diocesano don Vincenzo Giavazzi che ha ricordato: «Siamo in comunione con le diocesi di tutta Italia che come noi sono in assemblea, e in cammino verso quella nazionale». Il vescovo di Lodi monsignor Giuseppe Merisi ha poi guidato il momento di preghiera e ringraziato l’Ac per il lavoro degli ultimi tre anni, nello stile del servizio che caratterizza l’associazione dentro le singole realtà territoriali, e poi ancora il Msac, la Fuci, il Meic: «Se Gesù dice che gli saremo testimoni fino ai confini della terra, significa esserlo in tutti gli ambiti, nella vita personale, professionale, sociale, sentendo la responsabilità della testimonianza nel cammino ecclesiale. Dove è possibile sarebbe bene arrivare in tutte le parrocchie con il gruppo dei ragazzi, dei giovani e degli adulti». Un grazie particolare è andato al presidente diocesano uscente (per due mandati), Ernesto Danelli, che ieri mattina nella sua relazione ha ripercorso alcune tappe dell’ultimo triennio: le giornate studio, i due incontri nazionali in piazza San Pietro, il centenario di San Bassiano, l’iniziativa “La Dimora” per le famiglie in difficoltà, il laboratorio di impegno civile frutto dell’ultima assemblea e che è arrivato a lanciare gli Stati generali del Lodigiano.

Nelle parole appassionate di Danelli, esperienze di un’associazione che s’incrocia e si fonde con la diocesi e la Chiesa intera: «La splendida avventura dell’Ac è lo sforzo continuo di discernimento, con uno sguardo lucido sul tempo che ci è dato da vivere per orientarlo continuamente verso la santità - ha detto Danelli -. L’Ac è uno stupendo esercizio di cammino, con l’uomo di oggi e con la Chiesa, poiché quando pensa ai propri programmi si confronta direttamente con i pastori che indicano il cammino al popolo di Dio. Anche questa nostra assemblea è un contributo a tutta la diocesi, è lì che ci sentiamo e non potrebbe essere diversamente».

Tra i motivi per dire grazie, certamente il rilancio del settore dei Ragazzi vissuto come una risorsa; una nuova generazione di educatori; la vivacità del Movimento studenti, della Fuci, dei Nodi; il confronto con altre realtà nella consulta diocesana delle aggregazioni laicali. «E ora cosa che ci aspetta? Riuscire a guardare con simpatia il tempo presente che non solo ha contraddizioni, ma anche doni. Potenziare il dialogo tra le generazioni. Proporre un laboratorio diocesano della formazione. Dare risposte originali ed essere novità, come già il Meic sta facendo. E soprattutto tentare percorsi di missionarietà e tramutare in scelte le nostre convinzioni, come sta accadendo con il Gruppo di acquisti solidale di cui molti in Ac fanno parte».

Dopo la celebrazione eucaristica presieduta dal vicario generale monsignor Iginio Passerini, che ha presenziato alla giornata associativa, nel pomeriggio è stato poi approvato il documento assembleare incentrato sugli ambiti del territorio, della Parola e della parrocchia. Le votazioni sono dunque cominciate dopo le 17. Solo verso le 19, con la preghiera del Vespro, sono stati proclamati gli eletti che faranno parte del nuovo consiglio diocesano di Ac e che dovranno proporre tre nomi tra i quali sarà scelto il nuovo presidente.

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