Nei primi giorni di questo 2012 in cui la gran parte degli italiani si impegna a misurare gli effetti della manovra del governo sui bilanci familiari vale la pena riflettere su una tabella comparsa nel 45° “Rapporto sulla situazione sociale del Paese” prodotto dal Censis.La tabella dal titolo “Struttura del reddito familiare 1980-2008 (val. %)” suddivide il reddito in quattro tipologie: reddito da lavoro dipendente, reddito da lavoro autonomo, reddito da trasferimenti (pensioni e sussidi diversi erogati in prevalenza dal settore pubblico) e reddito da capitale.I valori dell’anno 2008 risultavano essere così composti (nella parentesi gli stessi valori relativi all’anno 1980): reddito da lavoro dipendente 40,6% (50,6%), reddito da lavoro autonomo 13,0% (19,8%), redditi da pensione e trasferimenti 25,1% (17,3%), redditi da capitale 21,3% (12,3%).Le riflessioni sono in prevalenza amare e dure da digerire ma rispecchiano l’evoluzione demografica e della cultura e/o etica relativa al lavoro e alla capacità di intrapresa nella vita di ciascuno.In sintesi il reddito da lavoro (dipendente e autonomo) è crollato negli ultimi 30 anni dal 70,4% al 53,6% del reddito complessivo; se non riusciamo a invertire tale tendenza il nostro Paese, pur mantenendo eccellenze significative, è destinato al declino. Provo a segnalare i rischi indicando anche alcune prospettive per lo sviluppo.1. La popolazione con età più avanzata detiene la gran parte del patrimonio, intercetta gran parte delle risorse statali (con le pensioni), quando può svolge anche lavori in nero e si limita a ridistribuire tale reddito ai propri familiari.2. I più giovani, in alcuni casi, non riescono ad entrare nel mercato del lavoro perché godendo della rete di protezione familiare non sono invogliati ad accettare qualsiasi tipo di lavoro ma aspettano quello più comodo. In altri casi subiscono la concorrenza dei lavori in nero svolti dai pensionati o dai lavoratori già dipendenti.3. La maggioranza della parte creativa degli italiani è occupata da riflessioni sul “miraggio della pensione”, sul come investire il patrimonio per chi lo possiede, sulle vincite e sul come vivere di rendita e non invece sulla parte vitale di come intraprendere e di come svolgere meglio il proprio lavoro.4. L’indirizzare la mente verso ragionamenti riguardo il patrimonio e la pensione mettendo in secondo piano il lavoro fanno perdere opportunità lavorative e quindi la capacità di produrre la “ricchezza presente”. Il dipendente che non lavora tutte le ore previste perché il resto del tempo bighellona su Facebook, fa lunghe pause caffè, è insoddisfatto perché non si sente realizzato, solo per fare alcuni esempi, è altrettanto pericoloso come l’evasore fiscale che con il suo comportamento sottrae risorse ai bisogni della comunità.Come possiamo uscire da questa situazione aumentando la quota di reddito prodotta con il lavoro?Il governo con alcune decisioni impopolari ha iniziato a fare la sua parte allungando l’età pensionabile, estendendo il metodo contributivo a tutti i lavoratori a partire dal 1° gennaio 2012, tassando i patrimoni mobiliari e finanziari. Occorre adesso che lavori sul versante della crescita che richiede maggiore uso della ragione e sforzi per trovare le soluzioni migliori. Mettere le tasse è impopolare (infatti non tutti i governi riescono a farlo) ma è più facile sul piano decisionale.Le famiglie e le imprese, invece, possono prendere esempio da quella parte di loro che si confronta con i mercati internazionali e riesce ad essere competitiva e ad esportare malgrado tutte le difficoltà.È importante per i giovani iniziare a lavorare al più mentre studiano; è possibile fin dai 16 anni nei momenti liberi dall’attività scolastica durante il periodo estivo, nei fine settimana e in ogni altra occasione. Il lavoro è un ottimo stimolo per acquisire fiducia in se stessi, per essere responsabili e per capire che le risorse si ottengono con “il sudore della fronte” e non con il patrimonio o la pensione.Il patrimonio immobiliare e finanziario va valorizzato come fattore produttivo da abbinare al lavoro. Bed & breakfast, agriturismi, affittacamere, terreni incolti: non è difficile iniziare questa attività visto il patrimonio artistico, la cultura gastronomica presenti in Italia. Queste attività che abbinano patrimonio a lavoro possono essere svolte anche dai giovani presenti in famiglia. In agricoltura esistono molti esempi positivi di giovani che hanno iniziato ad intraprendere sui patrimoni accumulati dai genitori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA