Lavorano l'acciaio nel capannone a 30 gradi: scatta lo sciopero

Protesta a San Colombano, «ventilazione insufficiente»

Al caldo e senza contratto integrativo. Lavorano l’acciaio con più di 30 gradi in fabbrica e senza poter aprire le porte e per questo è pronto l’esposto all’Ats Città Metropolitana per le condizioni di lavoro in un’azienda di San Colombano al Lambro. Lavoratori e sindacati non intendono scontare nulla all’azienda, dal momento che la vertenza sull’armonizzazione del contratto integrativo non fa passi avanti. Ieri 4 ore di sciopero delle tute blu, con assemblea per la strada perché l’azienda non ha concesso gli spazi interni.

L’azienda fa capo a un gruppo bresciano, che nel contratto integrativo non vuole riconoscere ai 38 dipendenti di San Colombano lo stesso trattamento previsto per i lavoratori della Valcamonica. Da metà maggio i lavoratori banini, con Fiom Cgil e Fim Cisl, hanno attivato un pacchetto di 32 ore di sciopero, da svolgersi a singhiozzo, cercando di aprire una trattativa con l’azienda, finora inutilmente. In questo clima torrido, il caldo della fabbrica si sente ancora di più.

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