L’assassino di Sueli

verso lo sconto di pena

Potrebbe chiedere uno sconto di pena l’uomo accusato dell’omicidio di Sueli Leme, la 37enne brasiliana residente a Caselle Landi morta soffocata il 31 maggio 2009. In carcere per quell’omicidio c'è attualmente Ramon Agustin Loor Herrera, 45 anni dell’Ecuador, collega di Sueli alla casa di riposo di Meleti, detenuto a Opera, condannato in Appello a sedici anni di reclusione con l’accusa di “omicidio volontario”. L’uomo è in carcere dal 2009 (è stato arrestato pochi giorni dopo il ritrovamento del corpo a Crotta d'Adda, nel Cremonese) e ora il suo avvocato, Annamaria Petralito del foro di Cremona, sta valutando la possibilità di chiedere per il suo assistito uno “sconto” di pena per “buona condotta”.

«È una richiesta che dobbiamo valutare con i suoi familiari, ovvero i fratelli e le sorelle - spiega il legale -. A questo punto ci sarebbe la possibilità di chiedere al magistrato una riduzione della pena per “buona condotta”, che verrebbe conteggiata in circa un mese e mezzo ogni anno di “abbuono”». Secondo il legale ci sarebbero le condizioni per compiere un passo del genere: «È una persona che sta bene nel senso che ha una condotta molto tranquilla in carcere. Fa tutto quello che può per recuperare frequentando dei corsi o altre iniziative ai fini rieducativi. Anche con gli altri detenuti non ha avuto nessun problema. Ovviamente si tratta di una richiesta da sottoporre al magistrato di sorveglianza, sarà lui a dover prendere una decisione in merito».

Il 45enne è stato condannato a 16 anni di reclusione. Fino all’ultimo ha sostenuto la tesi che lui e Sueli avevano l’intenzione di suicidarsi insieme. Lo stesso ecuadoregno ha ingerito candeggina la notte della morte della brasiliana ma poi si è salvato e pochi giorni dopo è stato arrestato. Questa tesi però non è stata accolta dai giudici di primo e secondo grado, perché non suffragata da prove sufficienti, e in Corte d’appello l’uomo è stato condannato nel luglio del 2010 per omicidio volontario. «Per una serie di ragioni abbiamo deciso di non fare ricorso in Cassazione e così la sentenza è diventata definitiva».

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