L’apertura di Google? Al tempo giusto

C’è un diritto di dimenticare ed essere dimenticati, di cancellare quello che si è stati e avere la possibilità di costruire una nuova identità (pubblica e privata) anche nella Rete virtuale che ci rende sempre più cittadini del mondo? Ebbene sì, basta un clic e la pratica è archiviata. O almeno così sembra. In meno di una giornata, dal momento in cui Google ha aperto la possibilità per i cittadini europei di poter inviare con un modulo su Internet la richiesta di rimuovere link inadeguati a loro riferiti, sono oltre 12mila le richieste arrivate al più diffuso motore di ricerca. La decisione del colosso di Mountain View è giunta due settimane dopo la sentenza della Corte europea che ha stabilito per i cittadini europei il diritto di chiedere ai motori di ricerca di eliminare dalle loro pagine dei risultati i link verso cose che li riguardano, nel caso in lui li ritengano “inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati”.Si apre così una pagina nuova sul tema della privacy in Rete. Ma i punti critici non sono pochi. Il primo riguarda la collocazione “fisica” dei contenuti. La Corte europea, infatti, stabilisce che possano essere rimossi i collegamenti verso informazioni “non più rilevanti” ma che i contenuti non debbano essere cancellati. È come se da un navigatore satellitare, sempre più presente nelle automobili degli italiani, vengano eliminati i nomi di alcune strade. Arrivare all’indirizzo che si desidera sarà difficile, talvolta assai più lungo e dispendioso. Ma il civico è sempre lì, basta trovarlo.C’è poi una questione relativa alla discrezionalità di Google, che avrà il compito di esaminare ogni richiesta per bilanciare il diritto alla privacy con quello all’informazione. Perché il tema di fondo resta: fino a quale confine ci si può spingere per tutelare lo spazio privato? È lecito, ad esempio, chiedere la cancellazione di informazioni inerenti gravi precedenti penali, frodi compiute ai danni della collettività o cattive condotte nella gestione degli affari pubblici? E chi controllerà il controllore, che avrà agio di sancire cosa potrà essere rimosso e cosa no?I dubbi restano ma il principio di garanzia alla privatezza che si vuole tutelare è certamente apprezzabile, soprattutto pensando ai tanti giovani che possono aver compiuto errori dovuti all’età di cui non devono pagare il conto per tutta la vita. In fondo, come scriveva Nietzsche, “la serenità, la buona coscienza, la lieta azione la fiducia nel futuro dipendono dal fatto che si sappia tanto bene dimenticare al tempo giusto, quanto ricordare al tempo giusto”.

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