La siccità non molla, la carenza d’acqua mette in ginocchio l’agricoltura

Semine a rischio e costi alle stelle

Il livello del Po è a -2,3 metri rispetto allo zero idrometrico come d’estate, con la siccità che colpisce i campi, favorisce la risalita del cuneo salino nel delta, restringe i ghiacciai, lascia le montagne senza neve e svuota i grandi laghi. È quanto emerge dall’ultimo monitoraggio della Coldiretti sulla preoccupante situazione del fiume al ponte della Becca (Pavia) in riferimento al gran caldo anomalo su tutta la Penisola, in un 2022 che si classifica peraltro fino ad ora in Italia come il più caldo mai registrato dal 1800.

Il grande fiume è fondamentale per l’ecosistema della pianura padana dove si concentra il 30 per cento della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo.

Il grande caldo colpisce anche i grandi laghi lombardi, con quello di Como che è riuscito a risalire fino al 72 per cento della capacità di bacino, facendo meglio del Maggiore e del Garda.

Il caldo e la scarsità di precipitazioni – continua la Coldiretti regionale – minacciano le semine autunnali di frumento, orzo e loietto: senza una quantità di pioggia adeguata, infatti, i semi non riescono ad attecchire e il rischio è che le piantine si sviluppino poco e male o che non crescano affatto. A questo si aggiungono i parassiti rimasti attivi con le temperature miti, che possono attaccare i semi messi a dimora ma che non riescono a mettere radici. Inoltre se l’inverno non dovesse essere sufficientemente freddo, aumenterebbe il numero di insetti svernanti che riescono a sopravvivere e si presenterebbero più numerosi e dannosi in primavera.

Con i terreni secchi e duri – continua la Coldiretti Lombardia - gli agricoltori sono costretti a lavorazioni extra per poter procedere con la semina. Il risultato è un aggravio dei costi in una situazione in cui oltre un’azienda agricola lombarda su due (51,6 per cento) si trova costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170 per cento dei concimi al +90 per cento dei mangimi fino al +129 per il gasolio.

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