La nuova musica non decolla

Immaginate per un istante il Maestro Riccardo Muti impegnato nelle prove di una nota sinfonia con una formazione di orchestrali squinternati e riottosi. Per quanti sforzi egli possa fare per ottenere il rispetto e la corretta interpretazione delle pur riadattate e rielaborate partiture, il risultato è invariante: una incontrollata accozzaglia di suoni scostumati che sempre di più assomigliano ai fastidiosi versi di una mandria di bufali. Concedetemi ora l’uso di questa improbabile fantasia, per illustrare la scomoda realtà di un governo che da ventiquattro mesi si affanna a sistemare le italiche storture. Ho provato soddisfazione nel febbraio 2014, quando il giovane Renzi prese in mano la bacchetta di Palazzo Chigi. Forze fresche e nuove idee, dissi tra me e me, plaudendo alla compagine di ministri quarantenni e con quote rosa finalmente significative. Ricordo tuttavia che, nell’occasione manifestai già qualche dubbio, utilizzando la metafora musicale prima descritta.A due anni dall’evento che molti, come me, salutarono con fiduciosa speranza, la realtà mostra intatta l’immagine di un paese di trombettisti, violinisti, percussionisti, coristi e solisti che insistono nelle loro cacofonie, incuranti dei volenterosi propositi del conduttore.Una breve elencazione di misfatti chiarisce a dovere tali dolenti esternazioni.Cominciamo pure da qualcosa che vediamo appena mettiamo il naso fuori dall’uscio. Nell’attiguo parcheggio, in attesa del nuovo sistema di raccolta “door to door”, troneggiano ancora i contenitori per la differenziata. Gli amministratori condominiali e l’ufficio relazioni della municipalizzata si preoccupano di ricordare ai cittadini l’esistenza di un servizio gratuito per il conferimento degli ingombranti. Tutto inutile. Attorno ai cassonetti, materassi sventrati, sedie con spalliere divelte, gomme con battistrada sfilacciato, lavastoviglie e cucine a gas, ciarpame di qualsiasi tipo, mostrano le loro invereconde “nudità”, facendo quasi passare inosservati gli involucri di alimentari, le bottiglie vuote le bucce di banane, i pannolini usati, le cicche di sigarette, che “adornano” i camminamenti e “ingentiliscono” i prati.Non è forse la replica del solito smodato“brano”? E che nessuno venga ad incolpare gli estracomunitari, per favore!In epoca pre-renziana e in più occasioni, ho denunciato su queste stesse righe le furbesche performances di certi impiegati statali e comunali ,al sud o al nord, che in orario di lavoro abbandonavano gli uffici per un giro in pescheria o per un’amabile incontro al bar, rimarcandone la distinzione con gli operai che, in ore antelucane, raggiungevano la coltelleria di Lumezzane per guadagnarsi la giornata, esponendo il proprio apparato respiratorio ai fumi dell’acido nitrico. E’ forse cambiato qualcosa al presente? Le escursioni in mutande per timbrare il cartellino di ...assenza, lo negano spietatamente. E c’è pure qualche comunista del vecchio giro, con vocazioni sindacali, che prende le difese delle “povere vittime” , esposte, a suo dire, al pubblico dileggio.E, passando ad altri ambiti, ricordiamo tutti il clamore sulla ricca magione romana della quale un ministro si era scoperto proprietario a sua insaputa. Non si registra in proposito cambiamento alcuno, se si apprende, ormai senza alcun stupore, che nella Città Eterna, prestigiose case in via del Colosseo o con vista sui Fori Imperiali si affittano all’impressionante cifra di venticinque euro al mese.Sappiamo da vecchia pezza che negli “anni dell’opulenza” i funzionari e i dirigenti di certe regioni a statuto speciale percepivano stipendi annui e prebende che il metalmeccanico torinese sarebbe riuscito a mettere insieme in un paio di lustri. A coloro che andavano in quiescenza alla veneranda età di quarant’anni, venivano liquidati assegni mensili venti volte più pingui di quelli del muratore che aveva per decenni rischiato la vita sui ponteggi. Esiste un qualche tenue indizio di emendamento per la correzione, anche parziale, di tali scandalose realtà? No signori! Tutto come, o peggio, di prima.Ogni giorno, da qualche tempo, ci raccontano che il settore bancario si dibatte in una grave crisi mai prima sperimentata. Certo. Quando i tassi di interessi sui prestiti viaggiavano con due grasse cifre, gli istituti di credito distribuivano sugosi dividendi agli azionisti, sontuosi bonus ai dirigenti e quindici mensilità agli impiegati d’ordine. Ora che le attività imprenditoriali soffrono, che le corse al mattone, anche quello per il soggiorno estivo, languono, i sagaci funzionari, per rimpolpare i magri proventi riscossi dalla sparuta clientela, si sono inventati le obbligazioni condizionate, ormai celebri e tristemente note agl’incolpevoli risparmiatori. Se qualcuno di questi “esperti” (?) viene denunciato alle autorità giudiziarie per simili “leggerezze”, ha altissime probabilità di cavarsela con i classici domiciliari, non prima di aver comunque incassato una faraonica liquidazione.In tema di giustizia e di certi suoi tutori, non appare per altro edificante la notizia che ad un convegno specialistico, da costoro organizzato siano stati invitati, con sussiego e scappellamenti, ex brigatisti, distintisi, negli anni di piombo, per le tragiche imprese omicide.Nel frattempo alcuni solerti funzionari dell’apparato pubblico, si preoccupano di coprire le “vergogne” di Venere ai musei capitolini, onde impedirne la vista all’ospite persiano, paragonato in tal guisa al più bigotto dei puritani. Quando il reale supera il fantastico...Non ci pare fuori luogo, perciò, concludere questa poco onorevole, nient’affatto esaustiva, rassegna che la qualità delle prestazioni “musicali” dell’italica gente, sta ancora precipitando verso livelli via via più ignominiosi.Al Matteo fiorentino che, agitandosi sul podio, si spertica in dichiarazioni ottimistiche sull’ennesimo miracolo nazionale, conviene forse chiedere aiuto al suo omonimo evangelista. Chissà non gli suggerisca una miracolosa serie di “spartiti” per redimere il suo impenitente popolo e indurlo finalmente a onorare i “valori del pentagramma”. Alleluhia.

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