La morte del carabiniere a Lodi, quattro anni senza un colpevole

Alle 17.40 di sabato 3 novembre 2012 l’appuntato scelto Giovanni Sali, 48 anni, in servizio in Lodi come carabiniere di quartiere, perdeva la vita in via Del Tempio, a poche decine di metri dalla chiesa della Maddalena, con due colpi della sua pistola nel torace. Giovedì prossimo saranno quattro anni esatti da quel drammatico episodio. Già due procuratori della Repubblica si sono occupati del caso, prima Armando Spataro e poi Vincenzo Russo, che aveva voluto ripartire da zero nello studio degli atti prodotti dagli investigatori, e ora anche il procuratore Domenico Chiaro, in carica a Lodi da un mese e mezzo, si è interessato all’inchiesta. Che personalmente aveva seguito solo attraverso la stampa, dove di ipotesi se ne sono fatte pochi e di aggiornamenti investigativi, dopo il “punto” delle prime ore, di fatto non ne è mai trapelato nessuno.

Fino all’agosto scorso, quando l’inserto «Sette» del Corriere della Sera ha dedicato un ampio servizio alla seconda sezione “squadra omicidi” dei carabinieri di via Moscova a Milano: «In 8 anni e 40 morti non ha mai sbagliato un colpo - l’occhiello del servizio -: risolto il 100 per cento dei casi quando la media nazionale è del 60». E la sezione era stata investita anche di indagini sulla morte del carabiniere. A conferma l’articolo stesso inizia descrivendo uno stratagemma investigativo utilizzato per un caso che coincide alla virgola con la morte di Sali: gli spari in concomitanza con la formula introduttiva del Padre Nostro (perché alla Maddalena alle 17 del sabato c’è la Messa prefestiva). E i carabinieri che radunano le stesse fedeli di quel sabato, e le cronometrano nel Padre Nostro. Per determinare quanti secondi possono essere passati tra il primo e il secondo sparo.

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