La legge di stabilità? Una manovrina

“Assomiglia più ad un vestito di Arlecchino che ad un documento di indirizzo”. Così il “Corriere della Sera”, in prima pagina, ha bollato la manovra economica appena licenziata dalle Camere e voluta da un governo Letta a cui tutti ora chiedono di cambiare marcia. Perché pure la legge che dovrebbe inquadrare il 2014 è apparsa ai più l’ennesima manovra sui conti, piuttosto che la svolta che l’Italia richiede da tempo. Un pot-pourri di cosucce che vanno dal finanziamento di una tratta di Alta velocità ferroviaria al sostegno dato ai produttori di energia elettrica “tradizionale”. E per trasformarle da parole scritte sulla carta a realtà, occorrerà qualcosa come 70 decreti attuativi su argomenti decisivi per il futuro dell’Italia, quali la determinazione delle carenze nell’organico della pubblica amministrazione calabrese o l’individuazione degli interventi per la realizzazione di tram e metro.Spiace dirlo, ma in definitiva la manovra si è concentrata su due temi con le solite conseguenze sulle tasche degli italiani: la tassazione sugli immobili e i trattamenti pensionistici. Fino a nuovo ordine, la tassa sul mattone si chiamerà Iuc, Imposta unica comunale che raggrupperà anche le tasse sulla raccolta rifiuti e quella sui servizi comunali indivisibili, dall’illuminazione stradale all’asfaltatura delle buche. Le raggruppa, lasciandole però vive. Quindi l’Imu che non si pagherà solo sulla prima casa, ma rimarrà per tutto il resto (prime case di lusso, seconde case, immobili produttivi e commerciali, garage e cantine…). Poi la Tari, che è l’attuale Tares (tassa rifiuti) con le stesse regole ma con nome diverso. Infine la Tasi (tributo servizi indivisibili). L’aliquota sarà calcolata sullo stesso imponibile che viene utilizzato per l’Imu, e si applicherà a tutti gli immobili: ma in definitiva si applicherà solo alle prime case nella misura dello 0,25% e senza detrazioni – ecco che la tassazione sulla prima casa ritorna dalla finestra – mentre sarà quasi inutile sul resto delle proprietà immobiliari perché, sommata all’Imu, non potrà superare il valore limite dell’1,06%. Che è il valore massimo applicabile dai Comuni all’Imu. Nel frattempo in questi giorni ci arriverà a casa una letterina del Comune che ci ricorderà di pagare la Service Tax, la parte di Tares destinata allo Stato: 30 centesimi per ogni metro quadrato. Dal primo gennaio le pensioni saranno rivalutate per colmare l’erosione provocata dall’inflazione. Solo che la stessa è stata (per fortuna dei pensionati) molto bassa – l’1% – e non per tutti ci sarà un adeguamento totale, che riguarderà solo gli assegni mensili fino a 1.487 euro lordi. Sarà nullo invece per gli assegni sopra i 2.973 euro. In buona sostanza, troverete pensioni più “ricche” di cifre che varieranno dai 13 ai 15 euro lordi mensili. Saranno nuovamente penalizzate le pensioni più sostanziose, quelle che superano i 90mila euro lordi annui. Si chiama contributo di solidarietà e servirà – dice il Governo – per finanziare sussidi a favore dei più poveri.Scatta infine l’aumento dell’età pensionabile per le donne lavoratrici, deciso dalla riforma Fornero. Nel 2014 bisognerà avere almeno 63 anni e 9 mesi, uno di più per le lavoratrici autonome. E anche l’anticipo della pensione di vecchiaia si fa più stretto: a prescindere dall’età anagrafica, ci vorranno 41 anni e 6 mesi di contributi versati per le donne, uno in più per gli uomini.

Del cuneo fiscale da ridurre e della spesa pubblica da tagliare se ne parlerà nei prossimi mesi.Dopo il tourbillon di decisioni prese sul mattone – dall’Ici all’Imu fino alla Trise – era necessario fare chiarezza perché una simile confusione non avrebbe giovato a nessuno: né ai Comuni che su queste imposte campano, e non sanno più che cifre mettere a bilancio: né al Fisco che ogni anno non ha idea di cosa alla fine incasserà; né ai cittadini che – dall’altra parte – non hanno idea di cosa dovranno pagare. Né infine agli investitori stranieri, che stanno comprando immobili in mezza Europa, Italia esclusa. Non si pianificano grandi investimenti senza conoscere con chiarezza il carico fiscale. È stata fatta chiarezza? Mah…Sulle pensioni… che dire. Quando c’è da far cassa, negli ultimi anni si sono usate due soluzioni: una limatina alle pensioni e un’alzatina alle accise sui carburanti. È un problema che riguarda e interessa solo chi ha più di 55 anni, chi si trova cioè a guardare verso questo traguardo che sembra sempre di più un elastico. Chi ha 40 anni nemmeno ci pensa, sa che l’età pensionabile da qui ad allora sarà cambiata più e più volte. Chi ha vent’anni, nemmeno pensa più di avere una pensione in futuro. Glielo ha ricordato pure l’Ocse, che la precarietà ed esiguità dei redditi porterà alla spiacevole sorpresa di non avere una pensione di vecchiaia. Con due problemi mica da scherzo: milioni di persone che non pagheranno contributi per chi è già in pensione, e che intaseranno l’assistenza pubblica di richieste di aiuto per campare. Ma sono problemi dei nostri figli o nipoti, e che quindi non interessano alla politica italiana, così concentrata a creare problemi per l’oggi. Come la seconda rata dell’Imu, quella del “non si sa se la pagherete o no”. Adesso sappiamo che no, però nel frattempo 2.700 Comuni hanno alzato l’aliquota Imu sull’abitazione principale tra il 2012 e il 2013, spesso in via preventiva (metti che il Governo ci tagli ulteriori contributi…). Ebbene, una decina di milioni di abitazioni non avrebbero copertura governativa, e ci sarebbe qualcosa da pagare a saldo, sembra entro il 16 gennaio prossimo. Magari pochi euro, ma ora serve calcolare con precisione la differenza, pagare la stessa… Può darsi che nel frattempo il Governo intervenga in qualche modo, ma fino ad allora la maggior parte dei proprietari di prima casa italiani saranno più concentrati sulle vecchie tasse da pagare, piuttosto che sul meccanismo delle nuove tasse. E questa, in definitiva, si può considerare una buona notizia.

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