La ferrovia ha spodestato l’aeroplano

Dicevano che era il tempo dei voli aerei, possibilmente low cost: ed è vero. Ma pure il vecchio treno sta prendendosi parecchie soddisfazioni, soprattutto ora che si è velocizzato parecchio, anche se è sempre meno low cost.

Anzi: su certe tratte, la ferrovia ha spodestato il volo. Fino a qualche anno fa la linea Milano-Roma era la più gettonata; ora, sia Trenitalia che Italo collegano molte città del Nord con Firenze (un’ora e mezza di viaggio) e la capitale (tre ore). L’aereo, nelle tratte brevi, è diventato così marginale.

Ma, in generale, ovunque sia arrivata l’alta velocità ferroviaria (e la concorrenza), i passeggeri sono aumentati moltissimo. Gli esperti dicono che il ritorno economico è discutibile – per pareggiare i conti della futura Napoli-Bari dovrebbero spostarsi intere popolazioni –; che i costi di costruzione di molte tratte non verranno mai coperti; che i vantaggi sono quel che sono. E anche questo è tutto vero.

Così come è vero che, nel frattempo, il treno è tornato in auge e sta cambiando molte nostre abitudini. Si può vivere anche lontano da Milano, se ci si impiega meno tempo ad arrivare in centro in treno piuttosto che – con l’auto o il metro – dalla periferia. Si può fare turismo spostandosi rapidamente col treno, e gli stranieri lo hanno già capito. Si potrebbe anche andare a lavorare ogni giorno con questo mezzo, se il trasporto locale invece non fosse rimasto fermo al secolo scorso. Alla metà del secolo scorso.

Le previsioni dicono che il traffico sulla rete ferroviaria crescerà del 10% da qui al 2021; ma questo è solo un dato quantitativo. Ci sono, soprattutto attorno alle grandi città, linee “metropolitane” che sono indegne di un Paese moderno: la Circumvesuviana, la Ostia-Roma, alcune tratte che conducono a Milano, tanto per dire. Ma sono diversi i binari che trasportano trenini a ciuf ciuf, sparsi per mezza Italia. E l’intera dorsale adriatica è rimasta ferma al Novecento a causa di una linea ferroviaria con binari e soprattutto gallerie inadeguate all’alta velocità. O meglio, alla velocità.

Progressi ne sono stati fatti (la percorrenza media della Salerno-Reggio Calabria è calata di 50 minuti; quella della Bologna-Lecce di un’ora), ma la vera svolta sarà data da innovazioni tecnologiche che, tramite la rete satellitare, velocizzeranno le informazioni di controllo ed elimineranno i vecchi sistemi di sicurezza. Ciò permetterà treni più frequenti, più veloci, meno costosi: un punto decisivo per certe tratte sempre in bilico tra l’esistere tra stenti e il chiudere definitivamente. Si pensi che ancor oggi in Italia ci sono ben 8mila chilometri di binari unici…

Chiaro che una circolazione più fluida, magari su carrozze meno obsolete, darebbe ancora più slancio al trasporto ferroviario. Superficialmente spicca la Freccia che sfreccia, anche se è molto più importante il merci che sbuffa portando agrumi calabresi e pomodori siciliani ai mercati del Nord in tempi minimamente accettabili rispetto alla concorrenza spagnola. Oggi non è così.

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