La desolazione del Grande fiume in ritirata nella Bassa

Resta solo un panorama di sabbia e pietre. Dal letto del Po in secca affiorano anche reperti inaspettati

Ernesto dice che dovrà cambiare posto per pescare, che all’amo a Corte Sant’Andrea tira su soltanto alghe. E allora tanto vale. Il Po non è più il Po. Dov’è finito il Grande Fiume? Di grande adesso c’è solo lo spiaggione, quello dove a Pasquetta c’era la fila di auto e caravan fin sulla sabbia quasi, a scaricare le vettovaglie e i grill per fare la grigliata come a Ferragosto.

Sì perché le piogge e qualche temporalaccio dei giorni scorsi non hanno cambiato la situazione: «Una secca così, col fiume così basso, non si vede neanche d’estate» spiegano gli anziani che su queste rive ci vengono da che avevano i pantaloncini corti. E gli occhi gli si fanno tristi, a guardare l’orizzonte.

Un panorama di sabbia, con il corso d’acqua sempre più in ritirata. Che manca poco per raggiungere la sponda piacentina a piedi. Così da questo deserto di pianura spuntano reperti inaspettati. Non il carrarmato come nel mantovano, dove l’inverno senza pioggia e la primavera siccitosa hanno regalato anche questa di sorpresa. Però tra la foce del Lambro a Orio Litta e a scendere, fin giù a Valloria e poi a San Rocco al Porto, il tratto lodigiano del Po regala i suoi tesori. «Vicino alla sponda piacentina si vede uscire dall’acqua la capotte di una macchina – racconta l’ex sindaco di Orio Litta Pierluigi Cappelletti, reporter in bicicletta -. Non si riesce a capire il modello perché bisognerebbe andare più vicino, ma non ci si arriva in bici, bisogna andarci a piedi». Il fatto che finora non si sia risolto ad andarci non esclude, da buon segugio, che lo farà.

Intanto nel weekend pasquale, l’ex primo cittadino si è trastullato a ispezionare i lidi presi d’assalto da gente del posto e turisti per caso, attratti dalla gran comodità. Parcheggi praticamente “sul” fiume, scarichi e via di grigliata, tintarella e qualche partita a carte. Poi c’è chi è andato a pesca, ma con scarsa fortuna. Perché ci sono pure le carpe “in frega”, vista la stagione, ma se ad ogni lancio tiri su le alghe appena, allora meglio fare fagotto e pescare altrove.

Bene bene non è andata comunque nemmeno ai villeggianti sullo spiaggione. A fine giornata, chi aveva lasciato l’auto in golena si è ritrovato le gomme sgonfie e qualcuno pure buche. Cambia il clima, il Po non è più quello di prima, ma la cretinaggine di qualche buontempone oltrepassa il tempo e la ragione.

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