Nel lasciare, dopo sei anni, il territorio laudense perché destinato ad altro incarico, rivolgo il mio doveroso saluto ai cittadini lodigiani. Permettetemi di dire che quella lodigiana è una comunità sana, forte e laboriosa, espressione di una civiltà contadina che ha come valore centrale quello della persona, questo spiega la diffusione di iniziative in favore dei bisognosi, degli emarginati, degli indigenti. Ho avuto modo di verificare come le differenze politiche ed i relativi conflitti si stemperino di fronte alle vere esigenze del territorio, la lodigianità esce prepotentemente fuori, e le soluzioni vengono sempre condivise con il contributo di tutti. È singolare questa capacità di “fare squadra”da parte del mondo della politica, dell’economia, della cultura e dell’ informazione, un bene prezioso questo da esportare nel resto del paese, insieme naturalmente all’ impareggiabile “raspadura”, leccornia di cui sentirò forte la nostalgia.Ci tengo a confessare che rimarrà sempre impresso nella mia memoria il ricordo della corale partecipazione dei cittadini alla messa in cattedrale in suffragio dell’app.sc. Giovanni Sali, ucciso da mano armata ancora ignota, una manifestazione di affetto e vicinanza all’Arma dei Carabinieri nel migliore spirito della città di Lodi, la cui vocazione alla carità ed alla solidarietà è scritta nel suo codice genetico. Lascio una provincia i cui indici di delinquenza non sono sostanzialmente cambiati rispetto a quelli che ho trovato. Insieme ai miei splendidi collaboratori, che voglio pubblicamente ringraziare per la loro incondizionata dedizione al servizio, ho dato il mio meglio per controllare il territorio, respingendo gli attacchi della criminalità e garantendo un livello di sicurezza generale accettabile. In ogni contrada posso assicurare che i Carabinieri si sono battuti in silenzio e con determinazione per difendere tutte le vittime dei reati, ma soprattutto i più deboli e gli indifesi, per mantenere la pace sociale e promuovere la legalità. Nel senso la piena sintonia con le altre forze di polizia, coordinate dalla locale Prefettura, e guidate nel campo della polizia giudiziaria dalla Procura della Repubblica, è stata sicuramente un punto di forza per questa provincia.Sappiamo che esiste uno scarto tra sicurezza percepita e sicurezza reale, ci siamo sforzati di ridurlo il più possibile, attraverso una vicinanza continua alla popolazione in un momento sociale ed economico di assoluta difficoltà per tutti,che ha trovato nei Carabinieri sicuri punti di riferimento per ogni tipo di problematica privata e collettiva. Chiudo con un pensiero per il dott. Paolo Pifarotti, che ha guidato per cinque anni la Questura di Lodi, mi mancherà il quotidiano contatto che avevo con lui,cui mi lega la stessa interpretazione della missione professionale, fatta di abnegazione e trasparenza, rispetto per le istituzioni, spiccato senso di giustizia e separatezza tra vita privata e vita pubblica.
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