Invalidi, in 400 aspettano una risposta

Almeno 400 invalidi di Lodi che hanno fatto richiesta per la pensione da mesi attendono ancora una risposta. Le proteste arrivano dalle associazioni di volontariato, sollecitate dai pazienti, ma anche dai patronati che aiutano gli ammalati ad ottenere il riconoscimento dei loro diritti. «Dal primo ottobre - commenta Paolo Zanoni dalle Acli di Lodi - tutto il sistema è passato dalle Asl, nelle mani dell’Inps. Capire cosa sia successo non è semplice. Prima l’Inps erogava i contributi agli invalidi sulla base di quello che diceva l’Asl. Adesso, invece, l’Inps è responsabile di tutto, a parte le visite vere e proprie. Nel passaggio dai due enti, però, ci sono stati dei problemi di comunicazione informatica e quindi tutte le pratiche presentate a settembre sono ancora ferme. I verbali in cartaceo sono stati inviati a Roma e informatizzati. Su questo problema abbiamo proprio una riunione domani (oggi, ndr), a Roma. Il fatto poi è che l’Inps ha ricevuto l’input dal governo di rivedere tutte le pensioni, per trovare i falsi invalidi. Nel Lodigiano hanno tolto diversi assegni di accompagnamento». Attualmente, infatti, secondo indiscrezioni, solo le Acli hanno avviato dieci cause contro la revoca delle invalidità. «L’obiettivo - commenta Zanoni - è revocare 250mila pensioni di invalidità in Italia. Quindi, persone paraplegiche, in condizioni di disagio hanno dovuto ripresentarsi. Non è meglio se, invece di scomodare la gente, consultano le relazioni già stilate? Su questo tema c’è una lamentela generale, anche da parte di Cgil, Cisl e Uil. Solo a Lodi, sono almeno 700 le richieste di invalidità, 7mila in tutta la provincia. Le concessioni però sono circa 1 su 4. Sono 1500, infatti, quelli che in un anno ricevono un contributo economico. Le famiglie che si trovano ad accudire a domicilio le persone inferme sono più di quanto possiamo pensare. A Lodi su 700 richieste, circa 400 sono ancora sospese». «Anche noi - commenta la presidente dell’Alao Carla Allegri - abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da parte dei pazienti oncologici e ci attiveremo perché la gente abbia una risposta». Il presidente della Regione Roberto Formigoni, nei giorni scorsi, ha inviato una lettera a 140mila cittadini, scusandosi per i disagi e consigliando a coloro che da più di 30 giorni non hanno ricevuto risposta di presentarsi all’Asl per avere informazioni. Formigoni ha poi annunciato di aver preso i contatti con l’Inps per velocizzare le procedure. «I nostri tempi relativi alle visite - fa sapere l’Asl in una nota - sono normali. Un ammalato oncologico deve aspettare 15 giorni, per gli altri, invece, dalla domanda alla visita passano 75 giorni a Lodi, 20 a Sant’Angelo e 60 a Casale. A noi ora spetta solo la parte di accertamento medico». «L’Inps mi ha confermato che c’era un intoppo informatico - commenta il presidente dell’ordine dei medici Massimo Vajani che è esponente della commissione -. Ogni paziente prende un’indennità che va dai 480 ai 500 euro mensili. Alcuni si lamentano presso le associazioni perché devono spendere per i certificati rilasciati dai medici di famiglia, circa 60 euro. Purtroppo si tratta di certificati soggetti ad Iva ed emessi in libera professione. Ho saputo, invece, che l’Inps ha chiesto a dei pazienti, la cui domanda era stata già accettata dall’ente, di rinotificare la patologia in corso. A questo punto mi attiverò per capirne di più».

Cristina Vercellone

© RIPRODUZIONE RISERVATA