Internet nel mirino del fisco

Tempi duri per i big della Rete, i cosiddetti Over The Top (Amazon, Google, YouTube ecc.). In origine erano gli operatori di telecomunicazioni (Ott) il bersaglio preferito degli attacchi degli operatori che vedono questi nuovi attori fare ricavi (e anche molti!) attraverso le loro reti senza, però, voler pagare alcun “pedaggio” a chi queste le costruisce e le mantiene. Ora è la volta dei governi e delle Agenzie delle entrate nazionali: da loro vorrebbero (dovrebbero) ricevere milioni in tasse e invece questo flusso di denaro prende altre vie senza lasciare nulla nel Paese dove i ricavi sono prodotti.La crisi ha ormai snellito i Pil di mezza Europa e ogni governo del Vecchio Continente si adopera per cercare risparmi nella spesa pubblica e stanare i “furbetti” che, eludendo il fisco, vivono alle spalle dei contribuenti onesti. La Francia è stata la prima a puntare il mirino contro un bersaglio grosso: un paio di settimane fa il fisco francese ha chiesto ad Amazon il pagamento di 252 milioni di dollari (circa 200 milioni di euro) come arretrato di tasse (e relative sanzioni) non pagate negli anni che vanno dal 2006 al 2010. Tutto nasce da un problema di attribuzione geografica dei ricavi prodotti dall’azienda Usa. Amazon.fr è controllata da una società con sede in Lussemburgo, dove la pressione fiscale per le società di capitali è molto più bassa di quella d’oltralpe, è così ad Amazon hanno deciso di far pagare le tasse alla controllante lussemburghese. Si apre un contenzioso relativo “all’allocazione dei redditi tra diverse giurisdizioni estere”, che scoperchia il vaso di Pandora e i governi di mezza Europa si mettono alla caccia per scoprire quanto e dove gli Ott pagano le tasse.Finora è il Paese apripista, la Francia, ad avere stanato le cifre più importanti: secondo le indiscrezioni riportate da Canard Enchainé, il fisco ha chiesto a Google di regolarizzare la propria posizione con il pagamento di 1,7 miliardi di euro. Il caso è la fotocopia di quello di Amazon: la compagnia di Mountain View ha, in Europa, una sede a Dublino che le ha permesso finora di non pagare mai più di 5 milioni di euro d’imposte in Francia, contro un fatturato annuo di circa 1,5 miliardi di euro. È la cosiddetta strategia del “doppio irlandese con panino olandese” (Double Irish With a Dutch Sandwich), che consiste nel trasferire i ricavi generati dalle diverse società europee verso le controllanti irlandesi e olandesi, per poi spostare tutto ai Caraibi.La torta di possibili introiti fiscali è bella grande e non è solo la Francia a muoversi, le grandi .com sono sotto pressione anche in Gran Bretagna, Germania, Spagna e Italia; anche negli States, dove tutte queste società hanno il loro quartier generale, le autorità nazionali hanno avviato indagini contro le loro multinazionali. In Italia, la Guardia di finanza sta cercando di recuperare da Google ben 80 milioni d’imposte non versate e il dossier è finito direttamente sul tavolo del ministro dell’Economia, Vittorio Grilli. L’attenzione sul caso è, ormai, ai massimi livelli governativi e il ministro Passera, a margine di un convegno sulle start-up, ha preso un impegno preciso: “Gli daremo addosso”.

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