INCHIESTA Caffè amaro nei bar di Lodi: «Sembra ancora lockdown»

I baristi lodigiani tengono duro, ma la situazione per gli esercizi non è affatto facile

Ti guardano con il volto sconsolato i baristi lodigiani, quando si parla di prezzi del caffè al banco: è un tema delicato, che fa alzare il sopracciglio ai consumatori quando si chiede loro di aggiungere qualche monetina al solito euro, ma che dispiace ancor di più ai gestori dei locali, costretti presto o tardi a trasferire anche sul cliente finale il costo dei rincari che sta vivendo tutta la filiera. In questi giorni, si parla della possibilità di aumentare il prezzo del caffè al banco, che in alcuni esercizi italiani è già stato portato a 1,50 euro.

Una possibilità, quella dell’aumento, che Riccardo Trabattoni non esclude: «Per ora da noi è ancora a un euro, ma presto sarò costretto ritoccarlo al rialzo - racconta il gestore del bar Maracuja, in via Ottone Morena -. I costi sono cresciuti del 25 per cento tra latte, brioche, e chicchi di caffè. Io sto usando il caffè che avevo acquistato lo scorso anno, ma presto dovrò fare i conti con i rincari. Non ho ancora visto i costi dell’energia, ma temo che sarà un bel salasso».

Tutti elementi che si aggiungono a un periodo non certo roseo: «Prima della pandemia ci lamentavamo, e facevamo venticinque coperti al giorno. Oggi ne facciamo quattro, e ormai abbiamo quasi smesso di lamentarci. D’altronde, lo smart working ha messo in ginocchio molte attività della ristorazione come la nostra».

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