Il vescovo di Lodi in visita al Movimento per la lotta contro la fame nel mondo

Un pensiero commosso per l’ambasciatore Luca Attanasio, assassinato in Congo, con cui il Movimento aveva uno stretto rapporto

Una visita per sancire la comunità d’intenti, e garantire la propria vicinanza a una realtà che, in quasi sessant’anni di vita, ha lavorato perché il mondo diventasse un posto migliore, e non ha mai smesso di crederci. Il vescovo Maurizio, ieri pomeriggio, si è recato alla sede del Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo, ong lodigiana che dal 1964 ha realizzato moltissimi progetti in tutto il globo, senza trascurare l’Italia e il Lodigiano, dove ha attive diverse iniziative di formazione e sostegno, come l’attività degli orti sociali di SanfereOrto a Lodi.

Prima di tutto, il vescovo ha incontrato le dipendenti, accompagnato dal presidente Antonio Colombi e dall’ex presidente Natale Andena, che l’hanno condotto tra i locali della storica sede di via Cavour. «Guardare e ascoltare questa fame che purtroppo è presente in molti luoghi del mondo, ci invita a pensare a un’altra fame - ha detto monsignor Malvestiti -. È la fame di felicità che accompagna le nostre vite, che vogliamo siano all’altezza dei nostri desideri. Spesso, spaventati dalla mancanza di risposte, rinunciamo alla domanda di senso, ma questa fame ci accompagna e ci spinge verso i nostri sogni, perché la vita è il compimento di un sogno di giovinezza».

Il vescovo Maurizio ha richiamato il rischio della catastrofe educativa che potrebbe accompagnarsi alle chiusure prolungate dell’attività scolastica in presenza, mentre il presidente Colombi ha raccontato alcuni dei progetti attualmente in corso grazie al Movimento, tra cui non manca l’attenzione alle scuole, dove si è occupato di creare iniziative di sensibilizzazione sul diritto all’acqua e al cibo. «Siete una organizzazione in cui la realtà dialoga con l’idealità per soddisfare anche la fame di solidarietà, di integrazione e inclusione, di cittadinanza globale» ha commentato il vescovo, ascoltando il racconto delle iniziative portate a termine ai quattro angoli del globo.

Non è mancato un pensiero commosso a Luca Attanasio, l’ambasciatore italiano ucciso in Congo, un Paese dove il Movimento è riuscito negli anni ad attivare diversi progetti, come la casa di accoglienza per le bambine accusate di stregoneria. «Chi ha conosciuto Attanasio ha raccontato di quanto fosse una persona splendida, come testimoniano anche le parole dell’arcivescovo Delpini» ha commentato il vescovo, mentre Colombi ha raccontato del rapporto intenso che l’ambasciatore ha avuto con il Movimento: «Solo dieci giorni prima di morire, si era collegato con i ragazzi in partenza per il servizio civile nazionale, rassicurandoli sulla situazione e sulla sicurezza». Il vescovo era accompagnato dal diacono don Luca Corini, che ha avviato l’esperienza prevista anche per gli altri due seminaristi prossimi all’ordinazione presbiterale: alcuni giorni di condivisione tra vescovo e diaconi con residenza nella casa vescovile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA