Molte ombre compaiono nel mondo del lavoro e dei consumi, degli studi e delle imprese. Le analisi inanellano dati preoccupanti per la società italiana. Ci sono strade diverse per affrontare la realtà: lasciarsi schiacciare dalle difficoltà, abbandonarsi alle illusioni oppure intravedere un germe di futuro nella notte.Oggi sembra di trovarci dentro una camera oscura, dove appariva il negativo delle foto su pellicola, come sarà l’immagine definitiva dipende dalla combinazione di realtà e nostre capacità. Il risultato dipende dal nostro coraggio.Certo il punto di partenza è delicato. Ci sono le indicazioni del Rapporto Eurispes che racconta di famiglie in difficoltà: il 53,5% degli intervistati sostiene di non essere in grado di sostenere il proprio nucleo familiare; il 73,4% ha visto contrarsi il proprio potere d’acquisto; quasi tutti, il 91,8% hanno limitato le uscite fuori casa per arginare i consumi. La crisi economica si fa sentire, come evidenzia anche UnionCamere, quando denuncia la chiusura di 146mila imprese nello scorso anno.In pochi giorni scopriamo da un documento del Cun (Consiglio universitario nazionale) che in 10 anni il numero degli studenti negli atenei è diminuito del 17%. Quasi in contemporanea una ricerca di Datagiovani, su elaborazione dati Eurostat, ci dice che nel mercato del lavoro la presenza dei giovani, tra i 15 e i 24 anni, è diminuita del 32%, passando dagli 8,9 milioni del 1991 ai quasi 6 milioni del 2011. Incoraggiano le parole della prolusione al Consiglio episcopale permanente del cardinale Bagnasco, nelle quali possiamo trovare un punto di partenza: “È il sistema che va posto in discussione - il meccanismo consumi-spesa-debito pubblico – abbandonando la logica delle illusioni che ha fatalmente mostrato la propria assoluta inadeguatezza morale e pratica. C’è da rivoluzionare il modello grazie al supporto di un pensiero nuovo, fermamente convinti che il lavoro è definitorio dell’umano: esso… consente il dignitoso sostentamento, contribuisce alla costruzione della società, esprime le potenzialità di ciascuno nell’armonia generale, genera futuro per tutti”.I segni di speranza ci sono. Si pensi al vitale supporto delle reti familiari che continuano a sostenere quasi il 30% dei lavoratori, dice ancora l’indagine Eurispes; oppure ai giovani che investono in nuove forme di economia: l’agricoltura biologica, le energie alternative.Ci sono tracce di un nuovo pensiero, come ama chiamarlo Edgar Morin: lo indica anche la presenza dei gruppi di acquisto solidale che si formano nel nostro Paese. Tutte queste esperienze indicano nuove e concrete logiche per l’economia.
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