IL REPORTAGE/2 - Berselli: «È una assoluta anomalia, a Piacenza la situazione peggiore»

Il Segretario dell’Autorità di Bacino: «Siccità anche in Spagna e Portogallo»

«Il livello del Po è inferiore alla media degli ultimi trent’anni. E anche se ci sono state cinque crisi siccitose negli ultimi venti, nel 2003, 2006, 2007, 2012 e 2017, erano nel periodo estivo e quindi più attese». Meuccio Berselli, Segretario Generale dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po, parla di «assoluta anomalia» per spiegare quello che sta avvenendo.

Che è già avvenuto. E sotto gli occhi di tutti. «Su tutta l’asta del Po persiste una condizione di severa siccità idrologica. La sezione di chiusura di Pontelagoscuro misura 625 m3/s, al disotto della prima soglia di allerta a 650 m3/s, con una portata ridotta di oltre il 50 per cento, valore più basso dal 1972 nel periodo invernale. Tuttavia la stazione più in crisi è Piacenza, che corrisponde alla sezione di Lodi, dove la portata è addirittura di 291 m3/s, il 60 per cento in meno».

Le cause sono da rintracciare essenzialmente nel clima: «Negli ultimi 30 giorni, mediamente sul distretto sono caduti solo 40 ml di pioggia e concentrati in un unico evento, in un mese caratterizzato da forte instabilità, con piogge molto frequenti e un valore mediamente atteso di 150 ml - osserva -. Si stima che il contenuto idrico dei suoli sia ridotto di più del 30 per cento, situazione molto anomala in questo periodo dell’anno, che rende non solo le pianure aride ma anche le aree di montagna a rischio incendio».

Inconsueto è anche il freddo di questi giorni: «Il mese di marzo ha visto attenuarsi l’anomalia positiva delle temperature registrata nei mesi precedenti, ma solo grazie a minime mattutine molto rigide con una forte escursione termica nel corso della giornata. E la neve, la Snow Water Equivalent (entità del manto nevoso) continua a segnare record negativi, di circa - 75 per cento sotto la media stagionale, un dato che è destinato a peggiorare in quanto l’avanzare della stagione primaverile impedisce una ricarica importante della risorsa».

Il termometro di questo shock sono i livelli dei laghi: dal Maggiore, con un riempimento al 30% in continua diminuzione. E peggio ancora del lago di Como e Iseo, con valori al di sotto dello zero idrometrico, rispettivamente -24,9cm e -20cm. E una riserva d’acqua disponibile attorno al 10%. «I livelli bassi dei laghi rappresentano un problema per la navigazione ma anche per l’habitat. Anche nei bacini montani, sia per uso idropotabile che idroelettrico, seppur con differenziazioni più marcate, la riserva dall’inizio dell’anno è in diminuzione con un riempimento attuale attorno al 40%». Altro misuratore è il cuneo salino, ovvero la quantità di sale nei fiumi. «La scarsa piovosità del periodo e il continuo abbassamento del livello del Po generano una forte risalita del cuneo salino che interessa un largo tratto di costa e ha raggiunto i 15 km d’intrusione. La concomitanza di tanti indici tutti in prossimità dei minimi, rende questo inverno particolarmente anomalo – conclude Berselli, allargando lo sguardo oltre confine -. La siccità sta colpendo non solo la Pianura Padana ma anche la zona sud di Portogallo e Spagna e la zona dell’Ebro, il più grande fiume spagnolo».

© RIPRODUZIONE RISERVATA