IL PUNTO Quattro centri del Sudmilano alle urne: progetti concreti ma poca spinta ideale

La riflessione di Marco Ostoni in vista del voto

Ci siamo. Il primo appuntamento elettorale post-Covid è alle porte e coinvolge, nel Sudmilano, quattro centri urbani che rappresentano altrettanti terminali cruciali lungo gli assi viari che solcano il territorio: San Giuliano e Cerro sulla via Emilia, Peschiera e Mediglia lungo la Paullese (o meglio “le Paullesi”, nuova e vecchia). Si tratta di realtà con caratteristiche e dimensioni differenti, ma anche con alcuni aspetti in comune. Nel caso dei due centri maggiori – San Giuliano e Peschiera - la forte attrazione esercitata dalla vicina metropoli, a fronte però di importanti comparti produttivi in proprio che occupano diverse centinaia di persone; per gli altri due la ricerca di un’identità difficile in una sorta di “terra di mezzo” fra il polo milanese e Melegnano, con l’ombra di Lodi a incombere.

Quale potrà essere l’impatto di questo anno e mezzo difficilissimo di emergenza sanitaria sul risultato delle urne è difficile dire, così com’è difficile immaginarne gli effetti sulla partecipazione al voto. Indubbiamente la campagna elettorale è stata un po’ dovunque sottotono, complice anche la situazione di parziale “neutralizzatore” politico del governo Draghi (che tiene insieme forze assai differenti per identità e tradizione) e l’onda lunga della disaffezione alla politica, su cui soffia anche il vento dei social media, alimentatori di polemiche piuttosto che di dibattito serio. Certo è che le forze politiche hanno faticato ad allestire le liste (lampante in tal senso è il caso del Pd sangiulianese, con soli 17 aspiranti consiglieri) e che il numero degli aspiranti a un posto in consiglio comunale risulta un po’ dovunque in calo – come peraltro segnalato in un recente fondo dal direttore Lorenzo Rinaldi -, con una presenza di volti giovani e di donne purtroppo ancora residuale, specialmente tra i candidati alla massima poltrona cittadina. In tal senso fa eccezione San Giuliano, con il sindaco uscente Segala (33 anni) e il principale rivale Salvo (31) ad abbassare la media, anche se qui manca un volto femminile a giocarsi la partita. Donne che invece non mancano a Peschiera (due su quattro), dove però i partiti maggiori schierano come capofila candidati uomini, a Mediglia (una su quattro) e a Cerro, dove la partita è pari: uno a uno.

Ovunque le formazioni civiche rivaleggiano o si mischiano con le forze politiche tradizionali a riprova del fatto che il bisogno di voci “non etichettate” permane forte anche se il dubbio che talora sia un’operazione di facciata piuttosto che l’esito di una reale partecipazione civica rimane.

Sul piano dei programmi e delle priorità annunciate anche su queste colonne dai diversi candidati nello speciale elettorale pubblicato ieri, emerge una forte componente pragmatica un po’ dovunque, che pare anch’essa effetto dell’onda lunga dell’esecutivo Draghi, che fa appunto del pragmatismo e del “fare”, con un occhio ai bilanci, la sua cifra distintiva. La spinta ideale, la dimensione di apertura coraggiosa al futuro, sembrano un po’ languire, probabilmente anche in forza della limitata presenza di giovani, fermo restando il fatto che ci sono candidati più maturi che dimostrano maggior azzardo nel lanciare proposte di lunga gittata (si vedano gli interessanti spunti in chiave di viabilità e trasporti offerti in tal senso dal 70enne Rausa a San Giuliano e quelli di efficientamento della macchina comunale avanzati dal 60enne Malinverno a Peschiera).

Staremo a vedere come risponderanno gli elettori dopo questa lunga fase “anestetizzata”; l’attesa è tanta, l’auspicio è che la voglia di partecipare, in calo sul piano dell’impegno diretto, non venga meno quantomeno su quello dell’affezione – storicamente forte alle amministrative in Italia – alle urne. Buon voto!

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