Il professor Galli perquisito assieme ad altre 32 persone per l’assunzione di 4 biologi a tempo determinato per 8 mesi

Il noto infettivologo è accusato di aver “pilotato” i nomi dei componenti della commissione che avrebbe selezionato i candidati

L’infettivologo Massimo Galli, in qualità di «professore ordinario in servizio presso l’Università degli Studi di Milano» e di «direttore di struttura complessa del reparto di malattie infettive dell’Asst Fatebenefratelli-Sacco», avrebbe «turbato con promesse e collusioni» la «procedura di selezione» indetta nell’aprile 2020 «per l’assunzione a tempo determinato, della durata di otto mesi, di 4 dirigenti biologi da assegnare all’Uoc malattie infettive». Lo scrivono i pm milanesi che hanno firmato un decreto di perquisizione destinato a lui e ad altre 32 persone. Insieme a Galli, avrebbero contribuito a pilotare le assunzioni di due candidate anche l’allora dg della stessa Asst Fatebefratelli-Sacco, e una professoressa di scienze biomediche alla Statale. In particolare, secondo l’ipotesi degli inquirenti Galli avrebbe fatto stilare «un avviso pubblico modellato sulle caratteristiche delle due candidate che intendeva favorire» e si sarebbe adoperato in modo che «la composizione della commissione giudicatrice in modo da farvi entrare membri a lui favorevoli che avrebbero privilegiato le candidate da lui indicate». Le assunzioni, però, non andarono a buon fine perché l’operazione venne «fortemente osteggiata» dalla collega di Galli, Maria Rita Gismondo «che aveva prospettato di rivolgersi all’autorità giudiziaria», annotano ancora i pm. Galli, che nei mesi della pandemia del Covid-19 è stato uno dei più pazienti divulgatori italiani riguardo a quanto via via si è scoperto del virus, si è anche occupato degli screening a fini di ricerca nelle popolazioni di Castiglione d’Adda, Sordio e Carpiano, e, sempre nel rispetto dei ruoli, non ha mancato di rendere note le sue idee scientifiche non sempre coerenti con le molto più pragmatiche linee guida governative riguardo alla politica vaccinale, dall’opportunità di somministrare il siero prima di tutto a chi non aveva fatto la malattia a quella di sottoporre a test sulla quantità di anticorpi i vaccinandi per ridurre i rischi potenziali di un eccesso temporaneo di anticorpi. E in mattinata, dopo aver appreso dell’indagine in corso perfino uno dei candidati che sarebbero stati penalizzati in queste selezioni finite al vaglio dell'autorità giudiziaria si è limitato a commentare dando atto della grande competenza scientifica dell’infettivologo.

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