Il mattone rischia ormai di sbriciolarsi

Il mutuo immobiliare è quel contratto che si conclude solitamente tra una soggetto e un istituto finanziario, meglio ancora una banca: questa ti concede una determinata somma per acquistare appunto un immobile, somma che verrà restituita - con un interesse più o meno elevato, più o meno definito - nel corso di tot anni. A garantire la restituzione, stimola pure l’iscrizione di un’ipoteca su un bene immobile, magari lo stesso del mutuo in questione.Giova ripetere cosa sia un mutuo immobiliare, prima che se ne perda la memoria: in Italia è un contratto in via d’estinzione. Le ultime statistiche parlano di un vero e proprio tracollo: nei primi tre mesi del 2012 i mutui immobiliari sono calati quasi del 50% rispetto all’anno precedente, quando già avevano subito una contrazione del 25% rispetto al 2010. Sono quasi scomparsi i mutui contratti per ristrutturazioni edilizie e quelli cosiddetti di liquidità, cioè per disporre di una somma di denaro dando in garanzia un immobile. Calo meno vistoso, ma comunque impressionante per i mutui sottoscritti per l’acquisto di un immobile. Brutto segno: significa che il mattone si è inchiodato, che l’edilizia è praticamente ferma. Lo ha certificato in una recente intervista Francesco Gaetano Caltagirone, un big del settore: i tempi per una compravendita si sono quadruplicati - ha detto - abbiamo smesso di costruire altrimenti non smaltiamo quel che è già sul mercato. Con l’edilizia si ferma l’enorme indotto che le sta intorno, ma soprattutto si gela un bastione psicologico per milioni di famiglie: mal che vada, c’è la casa. Il mattone è la base del nostro patrimonio, la rete di sicurezza che ci protegge in ultima istanza. Sempreché si riesca a vendere, altrimenti un mattone rimane un mattone, argilla impastata che non si può più tramutare in euro.Effetto della crisi economica, che soffia brutalmente contro negozi, uffici, capannoni, insomma gli immobili strumentali, quelli direttamente collegati all’economia, al lavoro. Vuol dire che si stanno rarefacendo gli investimenti, e ci sono diverse province del Nord con ettari di capannoni dismessi in cerca di un nuovo padrone o conduttore.L’Imu non ha certo giovato, perché se è vero che più di tanto non ha colpito le prime case, lo stesso non si può dire per le seconde e per gli immobili strumentali. Al bilocale al mare ci ripenseremo più avanti, forse.Ma se sono calate di molto le richieste di mutuo, è anche vero che le banche non hanno battuto ciglio, poco propense in generale ad impiegare i propri soldi, pochissimo propense ad offrire mutui a tassi vantaggiosi, sostanzialmente indisponibili a concederli a chi non sia liquido e solvibile. Mai come oggi il denaro costa poco, la Bce ha recentemente abbassato il suo costo allo 0,75% annuo, come dire quasi gratis. I mutui (e i finanziamenti) dovrebbero in teoria costare pochissimo, invece strappare un tasso fisso a meno del 5%, cioè a sette volte di più di quanto è il teorico costo del denaro, è impresa da festeggiare. Già le banche avevano calato gli importi, ora non più del 70-80% del prezzo dell’immobile; hanno poi dato un drastico giro di vite sul fronte requisiti.Lo testimoniano le difficoltà che hanno i giovani senza un lavoro «fisso» a ottenere qualcosa, lo testimonia il forte calo di mutui concessi agli stranieri che non siano sceicchi arabi.Banche cattive? Soprattutto più prudenti, visto ciò che sta accadendo in Spagna (e che era precedentemente accaduto in Paesi come gli Usa, la Gran Bretagna, l’Irlanda). Mutui concessi a go-gò e a chicchessia, con l’implicita sicurezza che il continuo crescere del valore degli immobili avrebbe di per sé garantito i mutui stessi. Ora le banche spagnole sono piene zeppe di crediti «dubbi» di costruttori che mai potranno restituire le somme concesse, di cittadini che non riescono più a pagare le rate. Si ritrovano con migliaia di appartamenti vuoti che appunto sono argilla e cemento, non soldi. Immobili svalutati sui quali pagare fior di imposte...A dire il vero le banche italiane non hanno mai conosciuto questa faciloneria, e infatti i loro conti sono tutto sommato migliori. Ma perché assumersi tutti questi rischi, quando ci sono modi più semplici, immediati e indolori per guadagnare? Sono paralizzate, dalla paura di non avere patrimoni adeguati e dalla paura di sbagliare mosse. Con loro, si sta paralizzando l’intera economia italiana. Questo è un fronte su cui il governo può, anzi deve fare qualcosa. Con forti detrazioni fiscali almeno per l’acquisto della prima casa; aiutando le giovani coppie oppure obbligando le banche ad essere meno esose in certi casi. Il denaro è l’olio che fa girare gli ingranaggi di un’economia: se scarseggia quell’olio, il motore rischia di grippare. Un rischio mortale.

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