Il Lodigiano è una terra “sicura”?

Sulla legittima dichiarazione, fatta dal signor prefetto di Lodi dopo l’omicidio di Giovanni Sali, che non c’è degrado nella città bassa, i giornalisti che si occupano del sito Internet del “Cittadino” hanno costruito uno dei tanti piccoli sondaggi condotti tra i nostri innumerevoli lettori. L’ottanta per cento di costoro ha dimostrato di avere, sull’argomento, un’opinione molto differente dal prefetto. L’uccisione del bravo carabiniere, colpito in modo così efferato – i cui colpevoli più passano i giorni e più temiamo restino impuniti – ha profondamente inciso sulla gente. Se alla mezzanotte nel centro storico di Lodi circolavano fino alla scorsa settimana pochi passanti frettolosi, adesso alle ore 23 non si vede in giro più nessuno.Qualcuno addirittura inizia a informarsi quale trafila burocratica sia necessario percorrere per procurarsi un’arma da fuoco, che è la cosa più idiota da pensare. Lasciatemi fare tre considerazioni.La prima, rivolta alle istituzioni. Prima di dichiarare che “Lodi è una città sicura” è necessario chiedersi qual è la percezione della parola “sicurezza” che hanno sempre avuto i lodigiani. Se paragoniamo Lodi a Scampia, allora la città capoluogo del Lodigiano può dirsi la più tranquilla del mondo. Ma tutti sappiamo che così non è. A Lodi spariscono 5 biciclette al giorno, 150 al mese, e nessuno ci pare muova un dito per stroncare il fenomeno. Da un paio d‘anni i ladri sono tornati a colpire in maniera violenta in tutto il Lodigiano e nel Sudmilano, non solo nelle villette isolate, ma anche nelle case di città e in quelle di campagna, facendo razzia di tutto ciò che trovano, talvolta anche degli oggetti più cari. Non passa giorno che “Il Cittadino” non dia la notizia di questi furti. Sembra un bollettino di guerra. E questo sarebbe un territorio sicuro? Non si può rassicurare un’anziana visitata dai ladri con l’affermazione che “Purtroppo è così in tutta Italia, altrove fanno anche di peggio”. Una settimana fa qualcuno ha ucciso Giovanni Sali, che prima di essere un carabiniere – e l’hanno ammazzato mentre aveva indosso la divisa – era un uomo eccezionale, tanto amato e benvoluto che nella grande cattedrale di Lodi è riuscita a entrare solo la metà delle persone intervenute al suo funerale. Si uccide forse un carabiniere in pieno centro storico, in una città che vogliono farci credere “sicura”? E non possiamo escludere che l’assassino di Giovanni Sali sia ancora in circolazione tra le nostre case.La seconda considerazione, indirizzata alle forze dell’ordine. È nota la grande stima che i lodigiani hanno nei confronti di coloro che indossano una divisa. Le parole pronunciate durante i funerali di Giovanni Sali all’indirizzo di quanti svolgono il proprio dovere nella prevenzione e nella repressione dei reati sono state da tutti i presenti ampiamente condivise. Ma in questo frangente è necessario fare di più. Bisogna raddoppiare gli sforzi per evitare che la malavita agisca impunita. Il branco di giovani balordi che indisturbato, alle undici di sera, rovescia a terra la fontanella dell’acqua in piazza Castello, a soli trenta metri della questura, senza che nessuno intervenga, contribuisce ad abbassare in molti la sensazione del termine “sicurezza” nella città di Lodi. La gente non chiede un carabiniere o un vigile ad ogni angolo delle strade, pretende il rispetto delle regole minime della convivenza civile, a partire dalla sosta selvaggia (come è sempre accaduto in via del Tempio, dove hanno ucciso Sali) o dal permettere che si bivacchi la sera sulle porte delle chiese abbandonandovi bottiglie di birra e altro (come avviene davanti alla chiesa della Maddalena), perché il degrado di una città incomincia da queste cose. E poi. Non si può rispondere, al cittadino che si presenta a dichiarare di aver subito il furto della propria bicicletta, che non la ritroverà più. O fornirgli il consiglio di recarsi al suk di una nota fermata del metrò del Sudmilano, perché forse lì la si ritroverà, messa in vendita a buon prezzo da chi gliel’ha rubata. La gente sa che a Lodi sono presenti almeno quattrocento persone che indossano una divisa, ma talvolta si chiede dove siano impiegati, perché non ne vede molti in giro.... E chissà cosa succederà quando Lodi non sarà più capoluogo di provincia, e gli organici di polizia e carabinieri saranno ridimensionati.La terza considerazione, riservata agli abitanti del nostro territorio. Come è possibile che scorrazzino ovunque i ladri di biciclette che si permettono di portarle via in pieno giorno, in luoghi frequentati dalla gente, senza che nessuno se ne accorga? Il vedere un ladro che con un tronchese taglia la catenella di una bicicletta e allungare il passo senza chiamare la polizia o i carabinieri, significa dargli carta bianca, e lui continuerà ad agire impunito. Siamo diventati tutti ciechi? Come è possibile che di notte, nei giardini pubblici di Lodi, qualcuno si permetta di distruggere a colpi di mazza il pannello di ceramica di Pier Manca facendo un rumore indiavolato e nessuno tra le centinaia di persone che hanno l’appartamento che si affaccia sui giardini abbia sentito nulla? Siamo diventati tutti sordi? Come si può consentire a un gruppetto di ragazzine urlanti di picchiare e prendere a calci una coetanea buttata a terra di fianco a una scuola senza che tra i passanti qualcuno telefoni al 113? Come si può osservare che al mercato è all’opera un borseggiatore e non allertare il vigile urbano che è lì a pochi metri di distanza? Siamo diventati tutti muti? È stupido blaterare contro gli ignoti sporcaccioni che con lo spray hanno imbrattato un muro in pieno centro storico quando la sera prima si è passati di lì mentre questi erano all’opera, e averli lasciati lavorare in pace….La sicurezza delle nostre città e dei nostri paesi non passa attraverso le frasi fatte che tanto piacciono ai politici («La nostra è una città sicura…»), né appartiene ai luoghi comuni («Quel quartiere lì è pieno di stranieri, quindi è malavitoso…»), tantomeno si costruisce sulle strapelate e ridicole ronde di cittadini che soffrono di insonnia. La sicurezza la si realizza solo sulla stretta collaborazione tra gli abitanti delle nostre città e dei nostri paesi. Tutti gli abitanti, nessuno escluso. Più torneremo a far sentire forte il sentimento della cittadinanza, l’amore verso l’identità di una terra e della sua gente, più in fretta si farà prevenzione verso i reati, qualunque essi siano. Ignorare chi abita nella casa accanto e chiudere le orecchie al rumore dei ladri che la stanno svaligiando produce una cosa sola: li incentiva a fare lo stesso, l’indomani, con casa nostra. Chi indossa una divisa necessita di non essere lasciato solo. Più sarà forte in un popolo il senso di appartenenza alla propria comunità, più la malavita non riuscirà ad attecchire. Miei cari lettori, serve una cosa sola: deve svegliarsi in tutti noi quella coscienza civile che per troppo tempo è rimasta sopita.

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