Il Lodigiano e l’economia sostenibile

La crisi che ha colpito l’economia mondiale ha ormai oltre un paio d’anni. Anche se, a livello generale, i segnali di risveglio non mancano, all’interno del quadro di aggiustamenti di sistema affiorano elementi importanti, in grado di generare nuovo dinamismo, da estendere anche a livello di territorio. A livello locale si è appena concluso un ciclo impegnativo di incontri, promossi congiuntamente dalla Camera di commercio di Lodi e dal Comune di Lodi, che hanno avuto per tema la “green economy” ed hanno incontrato il positivo interesse delle imprese, delle associazioni e dei singoli cittadini. Grazie a questa iniziativa, per tre mesi la città capoluogo della nostra Provincia è stata una “piccola capitale” dell’economia verde, ospitando testimonianze di livello nazionale e internazionale che hanno offerto ad un vasto pubblico la possibilità di confrontarsi e riflettere su tematiche sempre più cruciali. La forte partecipazione che ha caratterizzato tutti gli eventi della rassegna e la grande attenzione da parte dei mezzi di informazione hanno d’altra parte testimoniato come l’interesse nei confronti della sostenibilità ambientale coniugata alla redditività produttiva sia sempre più diffuso e “trasversale” nella nostra società. Oggi, infatti, parlare di economia verde e di economia sostenibile, abbraccia un campo vasto di interessi e di interventi, che vanno ben oltre alla sola produzione di energia da fonti rinnovabili. In sintesi, la green economy è un arcipelago di cui non è semplice definire i confini. E’ difficile, così, stabilire un profilo unitario e distintivo delle attività ambientali, caratterizzate dall’esigenza di intrecciare discipline e saperi diversi e da rapporti di integrazione a monte e a valle dei processi produttivi. E’ comunque un dato di fatto che la domanda di prodotti con caratteristiche di sostenibilità più marcate rispetto al passato sia in continuo aumento e che ciò rappresenta indubbiamente anche una nuova opportunità di business. Al presente la green economy ha assunto un ruolo primario attraverso il “boom” delle nuove professioni per lo sviluppo sostenibile e attivando un meccanismo virtuoso di crescita economica, attraverso le nuove imprese e i nuovi posti di lavoro collegati. Naturalmente tutto è reso possibile perché esiste una domanda crescente di beni e servizi sostenibili che ha fatto della “green economy” uno dei pochi comparti sostanzialmente immuni dalla crisi economica. Il settore eolico, fotovoltaico e delle biomasse, per esempio, ha generato negli ultimi dodici mesi un fatturato multiplo rispetto agli anni precedenti.Non siamo dunque in presenza di una “moda” passeggera, ma di una “tendenza” strategica, di qualcosa che è più di una semplice suggestione, se è vero che richiama ingenti investimenti di aziende ed istituzioni. Anche il nostro territorio ha saputo scorgere questa nuova direzione di marcia, ma per favorire un cambiamento di prospettive davvero strutturale resta ancora molta strada da fare; tuttavia, non mancano strumenti e volontà per rendere questo obiettivo accessibile, innescando un processo di riconversione che coinvolga l’intero ciclo economico (produzione, distribuzione, commercializzazione), purché la questione venga affrontata con opportuna tempestività, rilanciando l’economia locale verso uno scenario di piena sostenibilità. A questo proposito, valorizzare gli aspetti naturalistici del territorio, la bassa urbanizzazione, il paesaggio rurale e fluviale l’immagine del “Lodigiano Terra Buona” è sicuramente importante, ma non può da solo bastare.Preoccupano oggi i dati sull’inquinamento atmosferico ed idrico, gli abusi nel sistema di smaltimento dei rifiuti tossici, l’elevata incidenza delle patologie tumorali. Si tratta di fattori che creano apprensione quando, per una ragione o per l’altra, la cruda determinatezza dei fatti di cronaca quotidiana si incarica di mettere sotto i riflettori immagini inquietanti della realtà in cui viviamo. Crediamo che per fronteggiare queste preoccupanti situazioni, diffuse e reali, sia indispensabile innanzitutto una più ampia e diversa consapevolezza del problema, da parte dell’intero sistema territoriale, a livello politico, istituzionale, sociale e produttivo, che riconosca all’economia sostenibile un ruolo strategico. Il che non vuol dire, sia chiaro, dare al territorio un indirizzo contro il progresso ed il benessere. Significa, molto più semplicemente, accompagnare la nostra economia a una presa di coscienza che conduca alla sostenibilità ambientale e sociale.Proprio partendo dalla sua tradizionale identità e “vocazione” per il rispetto delle risorse ambientali, è dunque possibile (e molto stimolante) pensare al Lodigiano come una Provincia simbolo di questo processo di riconversione, al punto da poter diventare un punto di riferimento su scala nazionale. Per raggiungere questo obiettivo servono la volontà e la determinazione di consegnare alle generazioni future un territorio il meno inquinato possibile e una cultura che, quale che sia il paradigma economico che si vuole adottare, riconosca che sviluppo economico e salvaguardia ambientale devono obbligatoriamente procedere di pari passo. Per collocarci in questo scenario ci vengono richiesti, come consumatori, comportamenti virtuosi (risparmio energetico attraverso un uso responsabile di illuminazione elettrica, acqua, climatizzazione degli ambienti; quotidiana applicazione nella raccolta differenziata; limitazione dell’uso dei mezzi privati per gli spostamenti in area urbana), come imprenditori, di integrare l’economia aziendale con l’ambiente (investire in nuove tecnologie, conoscere e sviluppare modalità di produzione dei beni compatibili) e come istituzioni di informare, incentivare, accompagnare e agevolare le imprese a cogliere fino in fondo e vincere questa sfida, mettendole in condizione di crescere e svilupparsi in un quadro di governo del territorio in grado di guidare l’attuale fase di transizione verso una nuova economia di compatibilità sociale e ambientale. E’ necessario promuovere costantemente questi valori, a supporto di una sensibilità già presente nella nostra realtà locale, per rendere sempre più diffusa la percezione che il rispetto dell’ambiente rappresenti un patrimonio irrinunciabile del vissuto comune. Per le imprese, che costituiscono per loro natura una delle componenti più “energivore” della nostra società, bisogna fare in modo che le pratiche eco-compatibili non vengano assimilate a sgraditi oneri di bilancio, conciliando la sostenibilità ambientale a quella economica, leva degli investimenti per lo sviluppo e la crescita di competitività delle attività produttive. Porci questi obiettivi ambiziosi significa misurare le nostre capacità di sistema su un metro di valutazione alto, che può trasformarsi in un volano per lo sviluppo economico e occupazionale del territorio e per il miglioramento degli standard di qualità di vita che il territorio sa offrire ai suoi abitanti. Gli esempi concreti di possibili campi di applicazione di questa metodologia non mancano. Basti pensare al settore edile, dentro al quale si muove una grossa porzione dell’imprenditoria industriale e artigiana del Lodigiano. Come? Per esempio, adottando (non per “imposizione”, ma con un efficace e condiviso processo di accompagnamento) innovativi standard di ridotto consumo energetico per le unità abitativa di nuova costruzione, inferiori a quelli stabiliti dalla normativa nazionale, sino ad ipotizzare una nuova “generazione” di edifici autosufficienti per l’approvvigionamento energetico, a zero emissioni inquinanti. In questo come in altri settori, si tratta di favorire lo sviluppo di nuovi modelli di progettazione e realizzazione, creando una efficace e costante catena di trasmissione delle innovazioni di metodologia e tecnologia, orientando le nostre imprese ad adottare l’innovazione stessa come fattore strategico, ad ogni livello, organizzativo, formale e creativo. Risorse ambientali e risparmio energetico, a cui si collega lo sfruttamento delle fonti rinnovabili per la produzione di energia alternativa, costituiscono un ideale tramite per indurre innovazione in molti campi produttivi.Sono scelte indubbiamente importanti e impegnative. Ciò nondimeno, uno sviluppo produttivo costante e sostenibile sarà possibile solo attraverso un più stretto collegamento delle aziende alla ricerca, come peraltro già avviene in molto altri Paesi. Dobbiamo muoverci speditamente in questa direzione, sperando che non sia già troppo tardi. Solo con questa determinazione il Lodigiano potrà diventare un punto di riferimento anche per gli altri territori. Ci troviamo di fronte ad una sfida tutta da giocare. Certamente non sarà un piccolo territorio ad imprimere una svolta su un orizzonte globale, ma questo piccolo territorio potrà fornire un esempio, così come ognuno di noi, nella sua quotidianità, può fornire un contributo concreto, rendendosi protagonista di un cambiamento non solo “giusto”, ma anche “conveniente”.

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