Il 150° anniversario dell’unità d’Italia è per noi l’occasione per affermare ancora una volta che la rete delle imprese, delle famiglie e delle persone che le costituiscono rappresenta un fattore di grande coesione sul territorio.Le nostre aziende sono la forza del Paese! E hanno contribuito a costruirne la storia. Con quell’impegno, creatività e capacità di rischiare di tanti imprenditori, che sono i veri contenuti del ‘Made in Italy’ che tanto successo riscuote in tutto il mondo. E che, non dimentichiamolo!, è il biglietto da visita dell’eccellenza produttiva del nostro Paese. Le nostre profonde radici nel territorio, la ‘rete’ sociale che rappresentiamo è, di fatto, la struttura della nostra nazione: noi siamo ‘Italia ‘sana’ che c’è e c’è sempre stata! Oggi la nostra categoria offre affidabilità, una tradizione solida e l’impegno a ‘fare squadra’ puntando su valori quali la solidarietà e la famiglia, ma tutto questo non basta.Per continuare a vivere, a sopravvivere, il mondo imprenditoriale oggi ha bisogno di cinque elementi fondamentali: politica, regole, sostegno delle banche, i giovani e fare squadra.Innanzitutto vorremmo tanto che la politica ritornasse al suo significato più autentico: la ricerca del bene comune. Questo è un presupposto fondamentale per la crescita del Paese. Chi decide a livello nazionale deve guardare con attenzione alle domande locali, alle vere esigenze delle persone e delle imprese. Solo ritrovando una coesione tra il centro e i territori si può mettere in moto quel circolo virtuoso che rende condivise le scelte sociali ed economiche. Un fattore chiave per lo sviluppo è sicuramente la politica fiscale: da tempo chiediamo un fisco più semplice e una riduzione sensibile della pressione fiscale che oggi, in termini reali, supera il 50%. In questo panorama anche il federalismo fiscale è da considerare con attenzione: ci auguriamo che serva a responsabilizzare e rendere trasparente l’operato degli amministratori locali, a razionalizzare i costi e, soprattutto, a favorire un rapporto più immediato con i cittadini e gli imprenditori. Ma non ci nascondiamo il rischio che porti ad una gestione dei tributi ancora più complessa e forse addirittura ad un aumento delle tasse. Occorre trovare soluzioni oggi ed assumersi il coraggio di fare scelte che forse non accontenteranno tutti, ma che a noi artigiani sembrano ormai irrinunciabili. Tutti i protagonisti dell’economia e del panorama politico e istituzionale locale devono decidersi ad agire adesso, secondo delle priorità precise, solo così potremo tentare di aggianciare una ripresa seria e consolidata.Da qui, diventa fodamentale il gioco di squadra, che può davvero fare la differenza. Per fare questo, bisogna partire dalla caratterizzazione del nostro territorio mettendo al centro la Pmi, individuando strumenti ed azioni adatti a supportarla e farla crescere. Non vogliamo che il nostro territorio si trasformi ospitando solo insediamenti logistici e, come è avvenuto recentemente, grandi installazioni di pannelli fotovoltaici. Sarebbe più utile richiamare nuove imprese sul territorio e aprire nuovi sbocchi di mercato, magari a partire dall’occasione dell’Expo 2015. Come Unione Artigiani sottoponiamo sempre le istanze e le aspettative di chi rappresentiamo: ne è un esempio la promozione di ‘Lodinnova’ e al progetto di marketing territoriale. A nostro avviso il Centro di San Grato potrà offrire servizi che serviranno al rilancio della competitività del sistema imprenditoriale locale, senza dimenticare l’importanza delle fiere locali. Siamo favorevoli al progetto di favorire nuovi insediamenti soprattutto nelle aree dismesse (e colmino il vuoto lasciato da chi ha chiuso) al fine creare occupazione e di conseguenza il rilancio dei consumi interni. Abbiamo anche lanciato l’idea di istituire un fondo che, alla creazione di un polo produttivo, consenta di ripartire i soldi fra i vari comuni: una soluzione che, tra l’altro, eviterebbe il rischio di veder sorgere di zone industriali a macchia di leopardo senza adeguati supporti infrastrutturali.Un altro attore decisivo per il rilancio dell’economia è il sistema creditizio. A tutte le banche, locali e non, chiediamo – quante volte lo abbiamo già fatto! - di fare il loro mestiere: erogare credito, essere disponibili ad investire, a migliorare il rapporto fiduciario e le condizioni dei servizi. Concretamente... come ha dichiarato il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi, vogliamo banche che sappiano discernere l’impresa meritevole anche quando il rating non è a suo favore. E non a caso sono i giovani l’altro fattore-chiave dello sviluppo. Sono loro il futuro della nostra economia e delle nostre aziende: abbiamo bisogno di nuove risorse, motivate e preparate.Concludo con un invito alle istituzioni, alla politica e a tutte le parti sociali di lavorare insieme all’interno di una cultura di progetto partecipato: solo così il Lodigiano ritroverà la sua vera identità e un nuovo slancio per ripartire. Perchè sia ancora una volta la Comunità a definire le traiettorie di questa nostra provincia.
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