IL DRAMMA DI MALEO - Elisa uccisa dal treno: i legali della famiglia vogliono parlare col Pm

Secondo un consulente della procura la 34enne avrebbe attraversato il passaggio a livello contromano: «Assurdo»

Sono sicuri che la procura della Repubblica di Lodi concederà loro un appuntamento, prima di chiudere le indagini per omicidio colposo, gli avvocati che assistono la famiglia di Elisa Conzadori, Fabio Sbravati e Alberto Gnocchi, e attendono una convocazione. Perché dal loro punto di vista la spiegazione della morte della 34enne investita con la sua auto dal treno Milano -Mantova la mattina di Ferragosto del 2020 non può che essere nel racconto dei due testimoni che avevano visto una delle due sbarre del passaggio a livello di via Case Campagna a Maleo riaprirsi poco prima dell’arrivo dell’auto di Elisa.

Un malfunzionamento che ha tradito la ragazza, che, abitando a Pizzighettone e lavorando al Famila di Codogno, da anni passava di lì anche 4 volte al giorno. Uno dei tanti malfunzionamenti di quel vecchio tipo di passaggi a livello (azionati dal treno attraverso “pedali” di ferro tra i binari) documentati dalle cronache dei giornali.

A lasciare perplessi (ed è un eufemismo) gli avvocati della famiglia della vittima sono alcune considerazioni della perizia di Domenico Romaniello, uno dei due consulenti del pm, che ipotizzerebbe che Elisa abbia attraversato i binari impegnando la carreggiata di sinistra della provinciale Mantovana. L’unica spiegazione, secondo il consulente, dato che la Citroen della donna non ha urtato la semibarriera che bloccava la carreggiata di destra.

Chi conosce il posto sa che sarebbe una manovra kamikaze. Ma i sistemi di Rfi non hanno registrato anomalie delle sbarre. Anche al deragliamento del Frecciarossa i sistemi di Rfi segnalavano che tutto era a posto, però. L’ipotesi, quindi, è che non tutti i malfunzionamenti siano registrati.

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