Il Covid lascia a porte chiuse i tre musei del Castello

Sant’Angelo, le visite guidate al palo: «Troppo costoso far fronte alle norme»

Per tornare ad assaporare da turisti l’atmosfera senza tempo dei tre musei del Castello Bolognini bisognerà ancora attendere. Almeno fino al prossimo 14 marzo 2021, quando - nuove ondate Covid a parte - è riprogrammata la partenza della domeniche straordinarie di apertura. Rimane chiuso al pubblico, salvo che per matrimoni ed eventi privati, il Castello Morando Bolognini di Sant’Angelo Lodigiano. Troppo complesso, spiegano dalla Fondazione Morando Bolognini, garantire la sanificazione delle 24 sale dei musei o ancora gestire il distanziamento nel corso delle visite guidate. E non resta che guardare al prossimo anno per rimettere in agenda una riapertura. Saltato in toto il calendario di eventi messo a punto per il 2020 - le aperture, in partenza a marzo, sono state di fatto bloccate dalla scoppio dell’emergenza - , le norme ancora in vigore in tema di prevenzione sanitaria sono considerate un ostacolo troppo complesso da gestire per una sola domenica di apertura al mese. Tra i costi di sanificazione per i numerosi ambienti del museo, il personale di vigilanza per verificare che i visitatori che si attengano al rispetto delle norme sul distanziamento. «Non si può fare - spiega netto il direttore della Fondazione Morando Bolognini Luigi Degano - : ci sono ancora troppe limitazioni e restrizioni e per noi troppi costi per ottemperare. Basti pensare alle gestione dei distanziamenti tra i turisti dei gruppi in visita: solitamente abbiamo gruppi da 25 persone e per garantire che sia rispettato il distanziamento ci vorrebbe un sorvegliante che invita i turisti a mantenere le distanze in caso non sia rispettate. E come può un turista che sta in coda al gruppo seguire la visita o vedere magari un dettaglio di un’opera descritto dalla guida? Non siamo a Milano, a Mantova o in altre grandi realtà: anche se siamo al secondo posto tra i musei provinciali per affluenza, non è sostenibile per musei piccoli come il nostro». Le porte del Castello si sono però riaperte ieri per il primo matrimonio della stagione dopo l’emergenza. Le richieste ci sono, sia per la riprogrammazione delle cerimonie rimandate con il lockdown, sia per matrimoni del prossimo anno, ma si utilizzano solo tre sale e il distanziamento è responsabilità del catering e degli sposi. «I grandi ambienti che possiamo offrire, in questo momento, ci mettono su questo fronte in una posizione privilegiata».

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