Il contenzioso con la ditta dei fanghi
costa alla Provincia più di un milione di euro

Debito fuori bilancio per San Cristoforo dopo la sentenza del Consiglio di Stato

La Provincia di Lodi riconosce il debito fuori bilancio per 1 milione 360mila euro 642,86 euro per il contenzioso Cre su cui il giudizio del Tar e quello del Consiglio di Stato hanno condannato Palazzo San Cristoforo. «Atto dovuto, le sentenze si rispettano», il commento del presidente Francesco Passerini e del vicepresidente Mauro Salvalaglio. Il riconoscimento è stato approvato ieri dal consiglio provinciale in un pacchetto di ulteriori debiti fuori bilancio per altrettanti contenziosi con la società Biomecs e con la società Carbotermo, ma per soli altri 3mila 300 euro, quota parte della compensazione delle spese legali su altrettanti ricorsi su questioni procedurali.

Il Consiglio di Stato ha condannato la Provincia al pagamento della somma di 1 milione 264mila euro, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria. La sentenza era arrivata nell’ottobre 2021 dopo che il Tar aveva condannato Palazzo San Cristoforo al pagamento di 600mila euro come risarcimento per la ritardata autorizzazione all’avvio del centro di trattamento fanghi di Meleti, una vicenda che affonda le radici addirittura al 2005. Cre chiedeva un risarcimento di 5 milioni di euro. Entrambi i contendenti non avevano riconosciuto adeguata la cifra, e così si erano opposti alla sentenza.

«Il contenzioso prende il via nel 2005 e ha avuto un percorso in cui si sono sviluppati numerosi contenziosi - ha spiegato il vicepresidente Mauro Salvalaglio -. La nostra amministrazione ha ereditato questa situazione. Sinceramente c’erano motivi per ritenere corretto l’atteggiamento dell’ente, ma le sentenze si rispettano. In questo senso è un atto dovuto il riconoscimento del debito fuori bilancio. A malincuore, ci apprestiamo al pagamento, che non porterà conseguenze sul bilancio dell’ente, perché seguendo una linea prudenziale avevamo già accantonato 1 milione 400mila euro».

Nulla da dire rispetto all’obbligo di ottemperare alla sentenza, ma la modalità non ha convinto i consiglieri di opposizione: «Un procedimento tanto impattante per l’ente avrebbe meritato una spiegazione e un confronto più approfondito - hanno detto separatamente i consiglieri Angelo Madonini e Simone Piacentini, entrambi astenuti -. Non ci si può chiamare in consiglio a ratificare una decisione di tale portata senza un dovuto approfondimento, perché nel momento del voto si esprime non solo un parere tecnico, ma anche una valutazione politica. Valutazione che oggi non ha basi di approfondimento sufficienti».

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