Il campanile diventa scuola di roccia

Una palestra di roccia al servizio della catechesi e del divertimento: al San Carlo è stata un’estate all’insegna delle scalate. Alle canoniche attività tipiche di ogni grest si è infatti aggiunta, in questa edizione 2013, la novità del laboratorio di arrampicata. Un’originale pensata del diacono Roberto Buzzi, artefice della trasformazione di un tratto della parete esterna della chiesa in una zona adibita alle passeggiate in verticale.

La palestra si scorge appena entrati in oratorio: di fianco all’entrata secondaria della chiesa fa bella mostra di sé una via di arrampicata alta 11,70 metri. Manco a dirlo, l’attività proposta durante l’oratorio estivo ha fatto segnare il tutto esaurito, con decine di bambini e ragazzi in fila per cimentarsi nella scalata. Il tutto, naturalmente, in piena sicurezza, con il dovuto novero di imbragature, moschettoni e la supervisione di Buzzi, esperto arrampicatore.

Dopo ogni pomeriggio di attività, i primi metri di appigli vengono rimossi, così da scongiurare eventuali pericolose bravate. L’idea affonda le sue basi in un percorso di catechesi a tema incominciato tre anni fa, quando «l’omelia della prima messa del catechismo - spiega il diacono, anche responsabile della Caritas cittadina -, su idea del parroco don Nicola Cateni, è stata incentrata sul concetto della cordata, della fiducia nello stare insieme, coi bimbi uniti da una corda da roccia che avevo portato per l’occasione». La metafora è stata poi ulteriormente sviluppata durante un laboratorio sui nodi da montagna tenuto da Buzzi nell’ambito del catechismo e del grest 2012. Un tema scelto per il panorama di implicazioni morali e religiose che porta con sé: «Ogni nodo ha il suo significato - così il diacono -, basti pensare al cosiddetto “nodo dell’amore”, in cui due nodi, incastrandosi, si bloccano senza più potersi sciogliere».

Quest’anno si è pensato di fare le cose in grande, e il passo tra la pensata e la messa in pratica è stato breve: trenta appigli acquistati e altri donati da un volontario Caritas, un centinaio di tasselli regalati e il gioco è fatto. Quasi 12 metri di salita, fino a toccare il tetto e i megafoni che diffondono il suono registrato delle campane in tutto il circondario. Il laboratorio è stato portato avanti per le cinque settimane del grest, con una festa finale in cui sono stati numerosi i genitori a voler emulare i figli e affrontare la scalata. A settembre, in occasione del week end di festa dell’oratorio, lo spettro degli aspiranti climber si allargherà, dal momento che verrà data la possibilità ai visitatori di avventurarsi in sicurezza fino alla cima della parete

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