I vescovi lombardi a Caravaggio: la preghiera per le vittime del Covid

«Liberiamoci da egoismo e solitudine»

Tutti i vescovi della Lombardia hanno concelebrato questa mattina alle 8.30 la Messa a Caravaggio in suffragio per le vittime del Covid. Tra loro anche il vescovo di Lodi monsignor Maurizio Malvestiti e il vescovo emerito monsignor Giuseppe Merisi. L’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, ha presieduto la celebrazione. Provincia di Bergamo e diocesi di Cremona, tra le terre più colpite insieme a Lodi nella prima ondata della pandemia, e il santuario di Caravaggio è punto di riferimento per tutti i fedeli lombardi. «I vescovi di Lombardia hanno condiviso quest’anno il dolore, l’angoscia e la paura di tanta loro gente, l’incertezza, l’inquietudine, qualche volta il senso di confusione per quello che non si riesce a capire. I vescovi di Lombardia hanno rivolto una parola amica a tutte le comunità per incoraggiare la fiducia e sostenere la preghiera e la fede della gente di questa regione – ha detto monsignor Delpini -. I vescovi di Lombardia si trovano oggi qui per pregare per quelli che sono morti in questi mesi, a causa del virus e di altre patologie: sono morti come gente che ha fiducia nella resurrezione. Qui al Santuario dei Fonte vogliamo affidare i nostri morti e tutti coloro che sono provati da incertezza di questo tempo. Pregare perché le famiglie toccate dal dolore trovino conforto nella fede. Pregare per i morti e per i vivi».

Se un demone sembra ammutire anche uomini e donne di fede, se il demone della solitudine separa, «sequestra le persone e le rende inaccessibili», monsignor Delpini ha affermato: «Quante lacrime hanno accompagnato le morti da sole. Quante persone abbiamo sentito dire: Mio papà è morto da solo. Mia mamma l’hanno portata via e non l’ho più rivista. Mia moglie ha tanto sofferto e io non c’ero a stringerle la mano, non c’ero per l’ultima carezza. Il demone invita all’egoismo, a pensare per sé, che si tratti della vaccinazione o del posto di lavoro. Ma il regno di Dio – ha ribadito - è giunto a noi. Ha consolato i morti, ha abbracciato i nostri cari che non abbiamo potuto abbracciare, ci ha radunati nella preghiera e non teme le distanze. Gesù ha scacciato il demone della solitudine e noi abbiamo imparato a pregare nella comunione dei santi. Riconosciamo che Gesù con il dito di Dio ha scacciato il demone della solitudine e ci rende un cuor solo e un’anima sola. Qui, al santuario di Santa Maria del Fonte, Maria che ha consolato la povera Giannetta consola tutti noi e incoraggia tutti noi a essere presenza di consolazione tra la nostra gente».

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