I tredici tunisini se ne sono andati tutti

Anche Guerini critica l’operazione: «Ignorati gli enti locali»

Dura meno di due giorni l’emergenza migranti sul territorio. I 13 tunisini accolti nelle strutture del Lodigiano hanno infatti preso il volo. Dopo essere arrivati venerdì sera in quattro comuni della provincia, già ieri erano tutti in cammino verso altre località. Gli stranieri hanno ricevuto un permesso di soggiorno temporaneo con validità sei mesi. Una misura straordinaria prevista dal governo per garantire una protezione umanitaria, che consente libertà di movimento a queste persone. E gli extracomunitari non hanno fatto nemmeno passare due notti. In meno di 48 ore sono partiti per altre destinazioni.

Il gruppo assegnato al Lodigiano era stato prelevato dalla Protezione civile fra i 200 stranieri in arrivo dal campo di Santa Maria Capua Vetere. I tunisini sono stati distribuiti tra i comuni che avevano dato la loro disponibilità, un’operazione coordinata dalla prefettura di Lodi. Due sono stati quindi sistemati nel centro Cavuoti di Bertonico, altri due sono andati al centro Madre Rachele di Castiglione d’Adda, poi Corte Palasio ne ha ospitati quattro nell’ex casa degli obiettori e Cervignano ha aperto le porte di un’aula della scuola elementare per cinque stranieri. «Abbiamo messo a disposizione tutto il necessario ed è stata garantita un’assistenza - assicura il sindaco di Cervignano, Pietro Bodini Inicco - questi immigrati non sono rimasti molto tempo in paese» Tutti maschi maggiorenni, sotto i 25 anni di età, hanno trovato una dimora provvisoria in edifici pubblici. Ma già al loro arrivo avevano in mente di lasciare il Lodigiano, di proseguire per altre mete dove raggiungere familiari o parenti. «So che uno dei ragazzi che abbiamo ospitato voleva andare verso Parigi, per mettersi in contatto con alcuni parenti - dice Marco Stabilini, sindaco di Corte Palasio -. Altri avevano con sé anche dei soldi e forse hanno tentato di raggiungere altre destinazioni in Italia. In ogni caso è stata un’accoglienza molto diversa rispetto a quella che avevamo vissuto con gli immigrati dall’Albania, molti di loro infatti si erano fermati in paese e si sono anche integrati».

Intanto sulla gestione dell’emergenza non sono mancate le polemiche. Già domenica era intervenuto il presidente della provincia, Pietro Foroni, che aveva contestato le modalità adottate per la distribuzione degli immigrati sul territorio. E ieri ha preso posizione anche il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini: «Non sono stati rispettati gli accordi che erano stati siglati a livello nazionale. Il governo aveva assicurato un coinvolgimento degli enti locali, attraverso delle riunioni preventive da tenersi in sede regionale, per organizzare con responsabilità e chiarezza l’assegnazione degli immigrati. Invece la procedura seguita ha del tutto saltato il confronto con comuni e province. Un’anomalia che ho segnalato sia alla Regione che al prefetto di Lodi. Dico subito che se dovesse ripetersi un episodio di questo genere, con queste modalità, Lodi non sarà disponibile all’accoglienza».

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