I soldi del Ministero non arrivano e la Lodi sotterranea resta paralizzata

L’impresa incaricata delle operazioni a ridosso del Castello è ferma in attesa dei fondi

Le passerelle, le reti di cantiere, le transenne posizionate nel fossato del Castello. Tutto è rimasto immobile, esattamente come è stato lasciato oltre un mese e mezzo fa, a fine settembre. Ancora deserto il cantiere per tornare alla luce il patrimonio di storia e bellezza della Lodi sotterranea, quel dedalo di percorsi nati con le fortificazione del Castello di Lodi - come passaggi militari - e destinati a essere una delle attrazioni di punta del turismo del futuro nella città del Barbarossa. Nessun passo avanti nel caso aperto dall’impresa incaricata - la Aurelio Farina di Cura Carpignano - che ha deciso di fermare le operazioni di recupero e di chiudere il cantiere dopo un anno di lavoro senza aver percepito un solo euro e aver anticipato molte risorse per il reperimento dei materiali e per la fornitura della manodopera necessaria. I fondi per l’intervento - l’investimento complessivo è di 900 mila euro - sono stati stanziati dal Ministero delle Infrastrutture dei Trasporti, mentre il committente è identificato nel Provveditorato delle opere pubbliche, a cui la stessa impresa si è rivolta in più occasioni per chiedere informazioni e inoltrare solleciti. Tutto è nato dall’assenza di qualsiasi saldo all’impresa per gli stati avanzamento lavori dall’inizio del cantiere ad oggi. Insostenibile per l’impresa stessa continuare a lavorare senza fondi, la scelta - comunicata al Provveditorato delle opere pubbliche - è stata quella di congelare il cantiere, continuando a garantire, stante la centralità dell’opera e la sua localizzazione, la sorveglianza e il decoro dell’area, ma senza proseguire negli interventi fino allo sblocco delle risorse.

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