I morti per Covid tornano a crescere

Nell’ultimo mese sono stati 28 i d lodigiani deceduti per coronavirus

Nell’ultimo mese sono morti con coronavirus 28 lodigiani. Come era prevedibile, la seconda fase dell’epidemia comincia a mostrare nel lungo periodo i suoi effetti più drammatici. L’aumento della mortalità è avvenuto in particolare a partire dal 7 novembre, con 22 decessi in meno di 15 giorni. Si tratta perlopiù di persone anziane, con patologie pregresse rispetto alle quali l’infiammazione virale da Covid-19 svolge un ruolo di acceleratore determinante dell’exitus.

Tra febbraio e giugno, la mortalità da Covid ha toccato numeri assoluti che nel Lodigiano non hanno pari con altre patologie. Dal 22 febbraio (data del primo decesso per Covid) al 22 giugno, le morti ufficialmente registrate da Regione Lombardia furono 690. Mentre la curva del contagio aveva iniziato ad abbassarsi già ai primi di giugno, la curva della mortalità si era mantenuta alta per flettere solo nella seconda metà del mese, in ritardo di almeno 15 o 20 giorni rispetto all’andamento della malattia. Dal 22 giugno al 22 agosto si sono poi registrati solo 9 decessi, e dal 22 agosto al 22 ottobre altri 9. Per quattro mesi, la mortalità da Covid-19 è rimasta molto contenuta e marginale rispetto ai valori statistici.

Nel frattempo, però era partita ormai la seconda fase. E con il ritardo di 15 o 20 giorni è arrivato anche l’innalzamento della curva dei decessi. Nella settimana dal 24 al 31 ottobre i morti lodigiani con coronavirus sono stati 3, in quella dal 31 ottobre al 7 novembre ancora 3. Ma dal 7 al 14 novembre i decessi sono stati 11, dal 14 a ieri sera altri 11. Non sono noti i comuni di residenza dei deceduti, e non sono disponibili a livello provinciale statistiche sulle patologie pregresse, anche se è indubbio che ancora una volta a morire per covid siano state soprattutto persone anziane, e già malate.

Una casistica che ha alimentato anche la teoria secondo cui queste morti non sarebbero causate dal coronavirus, ma da altre patologie, casualmente associate alla positività al tampone. Ma dal punto di vista scientifico, esclusi gli eventi traumatici, ogni morte non ha un’unica causa, ma deriva da una serie di concause che compromettono in modo irrimediabile le funzioni biologiche. In questo senso il Covid-19 è considerato un acceleratore determinante: secondo l’indagine dell’Istituto Superiore di Sanità su quasi 5mila cartelle cliniche di persone decedute con test positivo al coronavirus, il Covid è causa primaria di morte nell’89 per cento dei casi.

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