I diritti dei più giovani calpestati dal bieco egoismo degli adulti

L’editoriale del direttore del «Cittadino» Lorenzo Rinaldi

Martedì 18 agosto intervenendo al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione l’ex presidente della Bce Mario Draghi ha invitato a non far pagare ai giovani “under 30” il prezzo della pandemia. Ha evidenziato la necessità di privilegiare il debito pubblico buono (quello per investimenti in innovazione, formazione e infrastrutture) rispetto a quello cattivo (spesa corrente elargita senza visione per creare consenso). Mario Draghi è persona riservata, è abituato a misurare le parole e quando tiene un discorso non è mai banale. Nel 2012, nel pieno della crisi dei debiti sovrani, una sua frase “Whatever it takes” (salveremo l’euro “costi quel che costi”) servì a tranquillizzare i mercati e a lucidare l’immagine delle opache istituzioni europee. E una volta chiusa l’esperienza di Francoforte (di fatto era l’uomo più potente all’interno dell’Unione) ha mantenuto un profilo prudente, mai sopra le righe, quel che si richiede a un uomo delle istituzioni.

Per queste ragioni le parole pronunciate al Meeting acquisiscono agli occhi di chi scrive particolare valore. Draghi ha ammonito infatti a riflettere su un aspetto fondamentale: la pandemia rischia di dispiegare gli effetti più devastanti sul futuro del nostro Paese, cioè sui più giovani. Saranno loro nei prossimi decenni a sopportare il peso di un debito pubblico già sproporzionato rispetto al Pil e che è significativamente aumentato negli scorsi mesi per finanziare gli interventi emergenziali adottati dal governo. Debito pubblico che il mercato sottoscriverà a tassi di interesse sostenibili per il nostro Paese solo se lo riterrà buono (da qui il richiamo di Draghi a innovazione, formazione, infrastrutture).

L’Italia oggi più che mai ha assoluto bisogno di guardare al futuro e di ripensare la propria economia. E per farlo non può che partire dalla risorsa più preziosa di cui dispone, le nuove generazioni, già duramente colpite dalla chiusura delle scuole durante il lockdown. Draghi nel suo intervento a Rimini ha invitato il Paese a non dimenticare i più giovani. Un messaggio forte, che stride - purtroppo - con la realtà di tutti i giorni. Le battaglie di retroguardia contro la chiusura delle sale da ballo e l’imposizione delle mascherine, o ancora gli ostacoli posti da taluni sindacati alla riapertura delle scuole a settembre, sono esempi del più bieco egoismo degli adulti. Ai quali, tutti, dovremmo ribellarci

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