Ferie o vacanze che siano, si desiderano, si programmano e si vogliono godere. Giusta pausa dopo mesi di intenso lavoro, momento in cui ritemprarsi ed esaudire desideri o sogni che giacciano là, in quel famoso cassetto, chissà da quanto tempo. Un sole desiderato dopo un inverno duro, una primavera inesistente e un’incipiente estate da temperature gelide. Inutile negare che il desiderio lo proviamo tutti e ognuno con il proprio gusto e, soprattutto, con il portafoglio e il budget da rispettare oppure da scavalcare con un assurdo mutuo ferie che poi manda alla deriva tutto il bilancio familiare. Il fatto sconcertante è che la priorità dei valori salta, talvolta non solo si oscura ma, pericolosamente, si inverte. La notte che ci avrebbe fatto passare alla domenica, indubbiamente sarebbe stata solcata dalle famose stelle di san Lorenzo e, qualche volta, tutti ci siamo attardati a scrutarle nel cielo estivo. Un fascino che ammalia quando poi sia vissuto a Venezia con le sue calli, i ponticelli, i campielli, con una temperatura finalmente non bollente che induce a passeggiare e lasciarsi andare alla fantasia. Chi ci si sente quando si vivono esperienze simili? Un giovane musicista mi scriveva che sentiva risuonare Vivaldi, il Carnevale di Saint-Saëns. Nel pieno diritto di ciascuno nel lasciare vibrare le proprie, più interiori, corde. Quando però interviene il rovesciamento dei valori? Una famigliola scende dalla Germania verso l’Italia e approda a Venezia, che si spalanca davanti a loro in tutta la sua bellezza proprio al tramonto. La passeggiata notturna al lume delle stelle e allo sciacquio delle acque lagunari è un’attrattiva forte. Più forte di una figlia decenne in lacrime che non vuole uscire dal camper, posteggiato a Punta Sabbioni. La decisione non si è fatta attendere: chiudere la figlia a chiave nel camper e da soli andare a godersi la malia veneziana. Una scelta che preoccupa perché il gioco non vale la candela. Almeno per chi genitore si senta sempre, anche in vacanza. In quella dimensione per cui vale di più il rapporto di fiducia, di accudimento (e anche di sopportazione) di una giovane cucciola in crescita, rispetto ad un momento personale fantasioso. Spaventata, uscita dal camper, incapace di rientrarvi, seduta su di un marciapiede, la piccola ha corso pericoli notevoli. È stata salvata dai carabinieri e i genitori denunciati. Chi li aiuterà a ricostruire un rapporto deluso, intriso di abbandono? Chi farà comprendere loro le giuste priorità della vita?
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