Ha un lavoro ed è in gravidanza nonostante la malattia rara

San Martino, i suoi genitori hanno scoperto che zoppicava a 2 anni, di qui la diagnosi e ora un nuovo futuro

Ha 31 anni e una malattia rara altamente invalidante, ma Martina Castelli di San Martino in Strada, lavora e sta affrontando con serenità una gravidanza. La sua bambina, Aria, se i genitori vincono il toto nomi contro i nonni, arriverà a metà marzo. «Sono stata fortunata», dice. La sua storia d’amore con Omar Nichetti, l’unica della sua vita, è partita 15 anni fa, sui banchi di scuola. Martina si considera fortunata, anche perché ha scoperto di avere l’artrite idiopatica giovanile, a soli 2 anni. La malattia colpisce i giovani sotto i 16 anni con un’incidenza di 1 su 1000. «Io però - racconta - ho avuto la fortuna di avere una famiglia attenta, che ha capito subito che qualcosa in me non andava. I miei hanno incontrato un pediatra scrupoloso ed esperto in malattie rare che ha detto subito che serviva uno specialista; ci siamo rivolti al Gaetano Pini». Martina, a 2 anni ha incominciato a zoppicare: «Mi faceva sempre male la caviglia sinistra – racconta –, ero spesso apatica e avevo dei dolori. Per questo mi hanno portata dal pediatra e poi al Pini dove ho scoperto di avere l’artrite idiopatica giovanile. Sapevo di essere ammalata perché uscivo prima da scuola per le terapie e avevo l’esonero per ginnastica, ma per fortuna tutto ciò non mi ha mai traumatizzata. Da adolescente invece ho iniziato a sperimentare i limiti che l’artrite idiopatica giovanile comporta. Sono stata fortunata, però, perché ho avuto sempre intorno a me amici e compagni di viaggio, oltre alla persona che oggi è mio marito, che mi hanno capita e supportata e hanno riprogrammato le giornate in base alle mie esigenze».

Oggi Martina lavora per un centro per richiedenti asilo, un impiego che la soddisfa appieno, ma in passato ha dovuto fare delle rinunce: «Lavoravo come educatrice per un asilo nido, mi piaceva, ma ho dovuto interrompere perché il sollevamento pesi, necessario quando bisogna gestire i bambini molto piccoli - dice -, è stato dichiarato incompatibile con la mia patologia». Adesso Martina, non ha timori. «Prima del concepimento ho parlato a lungo con il reumatologo che mi cura, il dott. Maurizio Gattinara e la dottoressa Maria Gerosa, responsabile della Pregnancy Clinic che collabora con la Mangiagalli per capire i rischi e come rimodulare le terapie durante la gravidanza. Mi hanno rassicurata- spiega -. La gravidanza, per chi soffre di patologie reumatologiche, fino a pochi anni fa, era un tabù; oggi, grazie ai progressi della ricerca e ai nuovi farmaci in commercio, la gestazione procede serenamente, così come sta succedendo a me. E poi sono fortunata perché posso contare su un papà speciale». Martina vuole lanciare un messaggio ai giovani, affinché non si vergognino a dire che sono ammalati, ma aderiscano come lei al gruppo Asteroidi. L’ha trovato al Pini, insieme agli specialisti: «Condividere le esperienze tra pari - dice - aiuta più di una seduta dallo psicologo». n

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