Governo, ora fiato alla crescita

Ottenuta, come previsto, la fiducia alla Camera il governo Monti è ora al Senato per il dibattito e il voto sulla manovra così da centrare l’obiettivo dell’approvazione prima di Natale. La novità è l’aggiunta all’opposizione della Lega di quella speculare dell’Italia dei Valori. I due maggiori partiti votano con senso di responsabilità e l’appoggio più deciso continua ad essere quello del “terzo polo”. Il segnale è ovviamente prima di tutto per l’Europa e poi per i mercati, ancora nel quadro di una situazione di nervosismo diffuso. In un quadro confuso per il pilotaggio degli indirizzi politici dell’Unione, al passaggio di una prova assai ardua, l’Italia può ed anzi per molti aspetti deve offrire il proprio necessario contributo. All’Italia e agli italiani, chiamati a sacrifici seri, il governo ribadisce un messaggio di fiducia. E di questo c’è molto bisogno, per tutti. Aumenta la pressione fiscale in modo considerevole, sommando anche gli effetti indotti, mentre il Paese ritorna in una fase recessiva. Diventa così sempre più urgente quel secondo tempo della manovra che il governo peraltro ha annunciato da subito e dovrebbe dare fiato alla crescita e all’occupazione oltre che rispondere anche alle trasversali richieste di maggiore equità e di efficacia più mirata, che sono state annunciate e appunto si dovrebbero affinare strada facendo.

D’altra parte dal governo, come dalla politica, non ci si può aspettare tutto. È la società italiana tutta, nella sua complessa articolazione, che deve trovare più slancio, più responsabilità, più efficienza, più efficacia.

Qui sta veramente il punto e i segnali continuano ad essere contraddittori. Per questo è necessario continuare ad investire sui valori e sui principi, questa sorta di investimento sociale disseminato che é a rendimento sicuro. È l’investimento educativo, che non a caso da qualche anno ormai è al centro dell’impegno della Chiesa italiana.

Riprendere a scommettere, ad investire sull’educazione peraltro è anche al centro dell’Orizzonte 2020, che l’Unione Europea ha lanciato con prospettiva decennale.

Perché l’impegno fondamentale nella crisi è sempre e prima di tutto sapere guardare oltre. Ed operare di conseguenza con serietà e determinazione.

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