Gli sperperi e i tagli ai disabili

Caro direttore, sono una disabile grave, paralizzata dalla cintola in giù, su una sedia a rotelle da 45 anni. Nonostante i tanti problemi, ho condotto e conduco una vita tutto sommato accettabile, grazie all’aiuto che i miei famigliari non mi hanno mai fatto mancare, la mia povera mamma sopra tutti, alla vicinanza e all’assistenza disinteressata di tanti amici e alla profonda fede in Dio che ha guidato la mia difficile vita fino ad oggi. Ho anche potuto contare in tutti questi anni su alcuni servizi che una comunità solidale, attraverso l’ASL, ha voluto assicurare ai suoi membri più sfortunati. Mi sono indotta a scrivere al giornale perché sono stata ferita nei giorni scorsi da un provvedimento assunto nei miei confronti, e di altri nelle mie stesse condizioni di disagio, dalla Azienda Sanitaria di Lodi. E soprattutto dalla “logica” perversa che ha presieduto a tale decisione. Per questo vinco la mia naturale ritrosia a trattare questioni di una certa delicatezza.Le normali “funzioni corporali”, nelle mie condizioni, costituiscono un problema e, per quanto riguarda la svuotamento periodico dell’intestino, necessitano di pratiche lunghe e delicate. Ad esse ha provveduto fino a ieri un efficiente servizio infermieristico domiciliare, due volte la settimana, almeno otto volte al mese come richiesto anche di recente dal mio medico. Ora non più. Il servizio a domicilio è stato “esternalizzato” a cooperative esterne e le infermiere, loro malgrado, sono state trasferite negli uffici con funzioni di controllo. Fin qui tutto bene, non ho motivo di lamentarmi del nuovo servizio che ricevo. Mi dicono però dalla cooperativa che, su disposizione di ASL, gli interventi domiciliari sono stati ridotti da 8 a 7 al mese. All’ASL, cioè, hanno deciso che il mese non è più composto di 4 settimane ma di 3 e un po’, e l’hanno scritto nel contratto. E il secondo intervento, l’ottavo, per me assolutamente necessario, della quarta settimana? . “ Si arrangi come può”, è stata sostanzialmente la risposta fornita dal medico responsabile del servizio da me interpellato. Evidentemente ignaro delle mie reali necessità o indifferente alle stesse. “Prenda uno sciroppo e si faccia aiutare dalla badante, se ce l’ha”. Il motivo? “La Regione ha deciso di tagliare i costi. L’ottavo intervento ci costerebbe troppo, mi spiace ma non posso farci niente”. Un gioco allo scaricabarile, è evidente. L’ASL non si può chiamare fuori da una decisione così penalizzante, per me e per chi si trova nelle mie stesse difficili condizioni.Mi arrangerò quindi, e farò di necessità virtù. Mi chiedo però con amarezza come sia possibile che un’azienda che, tra altri sperperi, si appresta ad inaugurare l’inutile, dispendioso, orribile e faraonico ingresso del suo ospedale non trovi di meglio per rifarsi dei suoi sprechi che accanirsi sui costi, nel mio caso peraltro assai modesti, dei servizi per i disabili.Tutto questo è molto triste, ma mi consenta di concludere con una facezia ed un sorriso. Non potrebbe il consiglio di amministrazione dell’ASL disporre che l’anno solare è composto non da 12 bensì da 7 o 8 mesi o magari anche meno e sospendere conseguentemente le retribuzioni mensili alla scadenza del periodo?. Solo per i dirigenti responsabili dell’iniziativa che mi ha colpito, naturalmente. Con l’augurio a tutti di un felice Natale,

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