Giulia vuole ritornare a volare

La hostess di San Colombano lavorava per Air Italy, società messa in liquidazione, e con i colleghi è alla ricerca di un’altra opportunità

Hostess di volo da 14 anni, Giulia Beltrame di San Colombano sul Lambro si fa portavoce di una vicenda che sta coinvolgendo 1500 lavoratori dipendenti di Air Italy.

Dopo la messa in liquidazione della compagnia aerea, risalente allo scorso 11 febbraio, infatti, l’equipaggio di Air Italy ha smesso di volare ed ora piloti, assistenti di volo, tecnici specializzati, personale di scalo, impiegati amministrativi e un fitto network connesso al mercato domestico, si sono schierati su di un fronte comune per rivendicare un diritto negato: la possibilità di un lavoro.

Una compagnia con 57 anni di storia alle spalle, leader nell’aviazione civile italiana messa in ginocchio a causa delle «persistenti e strutturali condizioni di difficoltà del mercato», così come avevano dichiarato gli azionisti di Air Italy, Alisanda e Qatar Airways attraverso Aqa holding.

Una doccia fredda che era giunta inaspettata per il personale della compagnia che ha potuto volare fino al 25 febbraio, riportando a destinazione equipaggio e passeggeri, per poi appendere definitivamente la divisa al chiodo.

La compagnia, con una flotta composta da tre boeing 737 NG, e altri tre 767-300 rinnovata nel 2018 con otto nuovi aeromobili, più tre 3 boeing 737 MAX, cinque airbus A330-200 e una flotta di B767-300, fiore all’occhiello per un servizio di altissimo livello, ha concesso la cassa integrazione ai dipendenti fino a giugno 2021 e le domande e le incertezze si fanno sempre più evidenti. «Un progetto inclusivo riguardo la permanenza nel comparto “Trasporto aereo italiano” e la possibilità di tornare a volare con la garanzia di uno stipendio per mantenere le nostre famiglie – queste le parole di Giulia Beltrame, 40 anni di età, mamma di Francesco di 7 anni che insieme ad una coppia di San Colombano, lavorava come hostess nelle tratte nazionali ed internazionali -. L’ultimo volo risale al 2 febbraio dello scorso anno: Malpensa - New York», ricorda con amarezza la donna.

E ora, i dubbi e le incertezze sul futuro di tante famiglie italiane, hanno scatenato un grido di dolore per far luce su diritti legali e tutele contrattuali che mancano da tempo: «Innanzitutto chiediamo la possibilità di un contratto nazionale che possa essere riferimento di piccole e grandi compagne aeree per una tutela dei lavoratori – dichiara Beltrame – poi, vista l’emergenza ancora in corso, la possibilità di estendere la cassa integrazione, auspicando di poter far rientro nel comparto del trasporto aereo. Grazie al decreto “Cura Italia” siamo in cassa integrazione dal primo di settembre fino al prossimo 30 giugno – specifica la hostess -, ma servirà tempo per il rilancio del settore. Sicuramente ora che la pandemia ha sconvolto le vite di tutti, la priorità assoluta riguarda la salute – conclude –, ma ritengo che solo gettando delle basi più solide si potranno ottenere importanti investimenti e risorse fondamentali per il futuro delle compagnie aeree italiane».

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