Giro di usura, ricercato imprenditore

L’uomo, residente in paese, è accusato anche del reato di estorsione

Le indagini dei carabinieri di Arona su un “giro” di usura ed estorsioni sono arrivate fino alla provincia di Lodi, in particolare a Casaletto Lodigiano. Qui, almeno fino a pochi mesi fa, viveva uno dei 15 soggetti ricercati, l’unico del gruppo ad essere sfuggito alla cattura.

L’uomo, di cui non sono state fornite le generalità per ovvi motivi di indagine, risultava ufficialmente imprenditore edile, come altri indagati, ma si trattava solo di un lavoro di facciata dietro cui nascondeva la vera attività di usuraio. In alcuni casi questa “copertura” era servita per ottenere mutui dalle banche e avere così denaro da poter prestare a usura a veri piccoli imprenditori in difficoltà.

Le vittime finora accertare sono una ventina, tutte concentrate nella zona di Novara e Arona. Ma i militari sono convinti che il sommerso sia almeno cinque volte superiore, visto che raramente l’usura viene denunciata. Non è escluso che qualcuno sia caduto nella rete anche nel Lodigiano e in altre province del nord, per questo le indagini sono ancora in corso. I carabinieri invitano le vittime a denunciare eventuali episodi, intanto ieri hanno fornito un numero verde (800-999000) a cui è possibile rivolgersi per essere informati e indirizzati.

Le indagini dei carabinieri duravano da circa due anni e si sono concluse ieri mattina con un blitz simultaneo nelle province di Milano, Novara, Varese, Napoli e Trapani. La figura centrale, da cui era partito tutto, è quella di P.R., imprenditore edile di Borgo Ticino nel Novarese. Aveva chiesto un prestito di 150mila euro agli usurai, con interessi fino al 20 per cento mensili, e per pagare il debito si era trasformato lui stesso in usuraio, passando da vittima a “carnefice”. La rete si è quindi allargata fino a coinvolgere quindici persone, tutte originarie della Calabria. Fra loro, anche un funzionario di banca, che “segnalava” gli imprenditori in difficoltà che non erano riusciti a ottenere un finanziamento.

I prestiti variavano da mille a 150mila euro; coinvolgevano al 90 per cento piccoli imprenditori dell’edilizia e dell’indotto in cerca di liquidità, ma anche pensionati e gente comune. Chi non pagava, subiva minacce e aggressioni.

Ora resta da catturare solo l’uomo residente nel Lodigiano. Le ricerche per trovarlo sono estese a tutto il territorio nazionale.

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