Gioco d’azzardo, una vera piaga sociale

Il fenomeno non è da imputare solamente alle slot machines,ma i numeri parlano da soli: in Italia ve ne sono installate 400.000 in oltre 6.000 punti gioco autorizzati, una ogni 150 abitanti contro,ad esempio, le 290.000 in Inghilterra,ma con 200.000 nei casinò e solo 90.000 a diffusione capillare. Le giocate d’azzardo in generale ammontano a oltre 80 miliardi di euro, rappresentano il 3% del pil e sono la terza industria nazionale per fatturato; il gioco d’azzardo in Italia copre il 15% del mercato europeo, il 4,4 % del mercato mondiale ed il 23% del gioco on line, impegna il 12 % della spesa delle famiglie; e questi sono i numeri del solo gioco legale per le attuali leggi: si stima che quello illegale possa valere almeno un’altra metà di quanto sopra esposto, oltretutto senza controlli sulle regole d’ingaggio e quasi certamente gestito dalle diverse organizzazioni malavitose. La crisi, la speranza di una vita migliore, hanno fatto il resto. Giocano un po’ tutti,di tutte le fasce d’età, compresi i minori, ma il fenomeno colpisce maggiormente le fasce più deboli. I ragazzi minorenni giocano x vincere e poter solo continuare a giocare in modo compulsivo. L’introduzione dell’utilizzo del codice fiscale per utilizzare le slot machine impedirebbe ai minorenni di poter giocare. Di fronte a questa realtà è evidente che il gioco d’azzardo non è più un passatempo divertente al quale si accede in piena libertà,ma diventa un’’emergenza sociale da affrontare con l’impegno di tutti. Ecco perchè allora solo in pochi mesi si è diffuso rapidamente ed in modo incisivo il suono del tam tam tra i comuni e gli enti di vario livello, tra le associazioni di volontariato, tra privati cittadini/professionisti per trovare un modo per iniziare a combattere questo flagello che è sotto gli occhi di tutti.La lega delle autonomie, terre di mezzo e la scuola delle buone pratiche hanno iniziato a proporre occasioni d’incontro sul tema portando diverse esperienze, proponendo regolamenti comunali approvati ad hoc, delibere, attività, progetti e statistice per far comprendere come non ci si trovava di fronte ad un fatto insignificante, ma ad un comportamento sociale anomalo e troppo diffuso in tutte le età e nei vari strati sociali e da contrastare con la massima efficacia, efficienza, creando nel contempo una rete di consensi e di volontà di agire il più politicamente trasversali e con un forte coinvolgimento diretto dei cittadini,anche tramite incontri e dibattiti. E’ stato sorprendente constatare come anche molti piccoli comuni si siano subito messi in moto in tutti i modi possibili (Cosio Valtellino, Bagnolo Mella ed altri acora). Molto attivo e disponibile è stato il Comune di Corsico,tramite la Sindaca Maria Ferrucci. L’altra sera nel consiglio comunale di Melegnano è stata approvata una mozione sull’adesione al manifesto dei sindaci. Il Comune si era già comunque attivato su questo percorso tramite l’assessore Raimondo che, come presidente di Assemi, aveva già messo in moto tale struttura nel sud Milano in merito alla prevenzione ed al successivo trattamento del danno. Non dobbiamo però dimenticare che fenomeni di questo genere si possono combattere e debellare soprattutto con il supporto di base della famiglia ed il coinvolgimento del corpo docente di tutte le scuole adeguatamente aggiornato e motivato. In questi casi,vale sempre di più il motto che è meglio prevenire che medicare.Un primo passo è stato quello di proporre un manifesto dei sindaci per la legalità contro il gioco d’azzardo. I sindaci dovrebbero essere i difensori ed i miglioratori del benessere dei loro cittadini,della stabilità delle famiglie, della salvaguardia delle comunità e della sicurezza urbana; ma una normativa schizofrenica, confusa, contradditoria, scarsamente lungimirante e per lo più orientata a fare cassa per lo Stato, ha fatto sì che gli stessi fossero quasi tenuti ai margini dell’opertatività sul problema. Le leggi varate sono state spesso di secondo livello, cioè promulgate tramite decreti;con tutto ciò sembra quasi che si sia legalizzata l’illegalità e che si sia spianata la strada alle varie organizzazioni malavitose. Va anche detto che, il solo applicare con rigore da parte delle polizie locali i regolamenti comunali oggi vigenti, consentirebbe di ridurre l’affluenza nelle strutture autorizzate; in qualche caso è anche accadute che la costante ed asfissiante presenza di controllo abbia fatto chiudere qualche locale. La politica si deve occupare di cosa è giusto e di cosa è sbagliato per una persona e per una comunità, senza entrare nel merito di ciò che è bene e di ciò che è male. Le leggi non devono ledere la libertà personale di autodeterminazione e quella d’impresa, ma devono controbilanciare con normative di indirizzo e di controllo giuste e ferree, anche le deviazioni comportamentali che minino il tessuto sociale. Anche le Regioni devono a loro volta tradurle ad uso e consumo della propria comunità con leggi locali. Diverse sono le proposte di legge presentate ai diversi livelli, ma risultano ancora giacenti ed in attesa di discussione e di relativa promulgazione. Stati sovrani a noi vicini (Svizzera, Francia, Austria) hanno promulgato anche da diversi anni,leggi ad hoc molto valide: basterebbe solo prenderne il meglio da ognuna. Ad esempio in Svizzera i proventi per lo Stato dal gioco d’azzardo legalmente esercitato solo nei casinò o nei kursal(cioè luoghi dedicati, controllati anche con personale sanitario e psiciologi), confluiscono nel fondo per l’erogazione delle pensioni di vecchiaia dei cittadini. I casinò municipali presenti sul territorio Italiano, hanno consentito ai cittadini di quei Comuni e per diverso tempo di non pagare l’addizzionale Irpef comunale. Questi luoghi dedicati spostano dalla “strada” ad aree correttamente governate il fenomeno del gioco e lo riconducono in un’ area più ludica e di piacevolezza, favorendo inoltre lo sviluppo turistico dei territori. Da alcune settimane lega delle autonomie, terre di mezzo e scuola delle buone pratiche hanno costituito un tavolo di lavoro aperto a contributi personali ed istituzionali per redigere un bozza di testo di legge che metta correttamente ordine nella materia e ridia il giusto spazio di competenza e decisionale ai sindaci.Le logiche di base su cui ci si sta muovendo partono da un punto fermo: affrronterà l’argomento dal punto di vista sanitario, della salute pubblica, del welfare per consentire alle regioni di poter successivamente legiferare sull’argomentoIn conclusione risulta evidente che sia interesse di tutta una comunità fare in modo che intorno al gioco d’azzardo si organizzi una rete legale capace di ottenere le nuove leggi necessarie, anche nel convincimento che le leggi da sole non risolveranno una questione tanto complessa,ma potranno costituire un punto di riferimento per tutti gli amministratori e tutti i cittadini che vorranno impegnarsi in questo campo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA