Furti in casa, presi e subito liberati

Ieri mattina sono stati segnalati diversi furti in appartamenti e villette a Lodi, ma in un caso il tentativo di violare un’abitazione, a Campo di Marte, è stato sventato dalla prontezza di riflessi del proprietario e dall’intervento mirato della polizia, che è riuscita ad ammanettare i tre sospettati mentre fuggivano in auto verso Milano, dove risultano residenti.

La richiesta di intervento al “113” è arrivata verso le 9.40 di ieri mattina da un uomo residente in via Passerini, che, rincasato all’improvviso, aveva notato il cancello aperto e un serramento forzato, e si era imbattuto in un intruso nel giardino, presto raggiunto da un altro giovane che ha scavalcato la recinzione, strappandosi i pantaloni. I due sospetti hanno quindi raggiunto di corsa l’auto sulla quale li attendeva un complice, che è ripartita in direzione del ponte dell’Adda. La vittima del tentativo di furto ha annotato modello e colore, comunicandoli subito alla questura, e la volante che stava intervenendo ha incrociato il veicolo sospetto in via Defendente.

Con una rapida inversione di marcia, la pantera si è messa all’inseguimento dei sospettati, e i poliziotti hanno visto lanciare uno zaino dal finestrino, proprio davanti al tribunale. All’interno c’erano un piede di porco e altri utensili idonei allo scasso.

La vettura, guidata dall’albanese 25enne E.S., disc jockey disoccupato, è stata fermata poche centinaia di metri più avanti, in viale Milano. A bordo il romano di origini cilene D.P.C.V.K., 31 anni, disoccupato, e il cileno M.C.L.G.A., 34 anni, muratore disoccupato, uscito da poco dal carcere dopo un’accusa di furto.

Per ora ai tre la procura della Repubblica contesta solo il tentativo di furto in abitazione, aggravato dal concorso di tre persone e dalla violenza sulle cose, ma non si esclude che le indagini della polizia, cui sono giunte le segnalazioni di altri reati simili nelle stesse ore, possano portare a nuove accuse. Al momento però non risulta che sull’auto ci fosse della refurtiva e dalla villetta di via Passerini non mancava nulla. Ai tre, portati subito in questura, sono state prese le impronte digitali.

In tribunale per la convalida dell’arresto, hanno deciso di rispondere alle domande del giudice e uno di loro ha ammesso le proprie responsabilità. L’autista, che non è stato visto entrare nel giardino della vittima, ha avuto come misura cautelare l’obbligo di firma due volte la settimana, gli altri due l’obbligo di dimora a Milano. Il difensore Barbara Lozzi ha chiesto i “termini a difesa” e il processo è stato rinviato a metà gennaio.

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