File al pronto soccorso di Lodi: «Andate in quello di Codogno»

L’appello del direttore dell’Asst di Lodi Gioia: «Il personale è lo stesso e le apparecchiature all’avanguardia»

Al pronto soccorso di Lodi file di pazienti, mentre quello di Codogno è sempre vuoto. «Eppure il personale è lo stesso e le apparecchiature all’avanguardia». Appello del direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia e del primario Stefano Paglia ai lodigiani: «Non andate tutti a Lodi, venite a Codogno». «In questi ultimi giorni - commenta il direttore generale - abbiamo notato un afflusso anomalo di pazienti, con codici minori, al pronto soccorso di Lodi, mentre quello di Codogno è sempre vuoto». Il 13 settembre, intorno alle 18, mentre a Codogno c’erano 2 pazienti, a Lodi ce n’erano 58. Ieri, alla stessa ora, mentre a Lodi ce n’erano 38 (20 in trattamento e 18 in attesa), a Codogno ce n’erano 6, 1 in attesa e 6 in trattamento. Una sproporzione esagerata che ha fatto intervenire il manager.

«Scaricando sul telefonino l’applicazione “Salutile pronto soccorso”, - dice Gioia - è possibile guardare il numero dei presenti in ogni ospedale. Tutte le prestazioni eseguite a Lodi vengono eseguite anche a Codogno. Se un servizio non è presente, come l’ortopedia, il paziente viene comunque stabilizzato e poi trasferito, con il mezzo che abbiamo attivato apposta, a Lodi. Intanto però viene preso in carico e messo in sicurezza. Mi fa specie perché si chiede sempre che Codogno venga valorizzato e quando si valorizza si va altrove. I pazienti si sobbarcano 8 ore di attesa quando a Codogno in un’ora fanno tutto. Ieri mi ha chiamato un paziente che era vento in pronto soccorso a Lodi e si lamentava per l’attesa. Sono andato a vedere: questo paziente era residente a Codogno. Stiamo facendo dei sacrifici per tenere aperto il pronto soccorso della Bassa, questa situazione è surreale». «Il pronto soccorso di Codogno - aggiunge il primario - dispone di radiologia, chirurgia e cardiologia in guardia attiva. I due presidi operano in rete. La normalizzazione deve passare per forza dal medico di famiglia e dalle cure domiciliari. I pronto soccorso sono servizi a supporto per le emergenze, non possono sostituirsi al territorio. E non possono farlo, soprattutto, in pandemia».

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