Falce, Internet, tecnologia e... agricoltura

Agroalimentare sugli scudi, con un’agricoltura sul lastrico o quasi. Chi produce piange; chi trasforma e vende, sorride nel peggiore dei casi. Nel migliore, guadagna e progetta di espandersi. Questa la strana foto di un settore che mescola terra e tavola, campi e scaffali, trattori e macchine confezionatrici. Dove l’agricoltore-allevatore è stretto tra ciclici problemi: tra una concorrenza di livello mondiale (le ciliegie e le albicocche turche, le pesche e gli asparagi greci, gli agrumi e l’olio spagnolo, certi ortaggi africani, pomodori e peperoni di serra olandese, carne irlandese e polacca…), i malanni di ogni stagione (tra maltempo/siccità e malattie varie) e una grande distribuzione che fa lei il prezzo di acquisto. Così si faticano ad ottenere 30 centesimi per un chilo di meloni che poi quintuplica il suo valore; non si riesce a superare quel prezzo per un litro di latte che non troverete mai in vendita a meno di 75 centesimi, ecc… Per contro, i nostri prodotti alimentari stanno finalmente conquistandosi il loro spazio nel mondo, grazie a differenti strategie di vendita, all’apertura di nuovi mercati, all’abbattimento di antiche barriere doganali, ad una maggiore pubblicità del made in Italy. A fatica e in ritardo (gelato, pizza, sughi di pomodoro sono nelle mani di multinazionali straniere), ma finalmente il vino italiano sta dimostrando di non essere inferiore a nessuno; i formaggi s’inchinano – e non sempre – solo davanti ai francesi; sui salumi non c’è nemmeno da discutere. Se l’Italia è il posto dove si mangia meglio al mondo – e anche questo è indiscutibile –, è anche perché qui si trova di tutto, alla massima qualità. Ma chi produce, non gode. Per ragioni che si consolidano nell’immagine di debolezza che ha il produttore italiano, tanto che il successo che ha avuto l’idea di Slow Food di salvare le tipicità italiane è dipeso dalla fragilità di molte di esse, a rischio di scomparsa. La nostra proprietà terriera è estremamente parcellizzata, a fronte delle immense distese produttive americane ma anche francesi o russe. I costi di produzione quindi sono più alti, aggravati dall’altissima bolletta energetica che paga ogni italiano: carburanti ed energia elettrica. Non parliamo poi di tasse e burocrazia.In più, solo in poche zone produttive l’unione ha fatto la forza, tramite lo strumento delle cooperative: si pensi all’ortofrutta romagnola, alla viticoltura veneta o alle mele trentine. Laddove si riesce a fare massa critica, trasformando poi il prodotto e magari riuscendo pure a venderlo, si generano ricavi che soddisfano tutti. Altrimenti è gioco al ribasso, che colpisce soprattutto le produzioni del Mezzogiorno: qui le filiere produttive sono rare, la quantità prevale sulla qualità anche se la qualità stessa a volte è altissima. E poi disorganizzazioni logistiche, infrastrutture che rendono più conveniente importare a Milano arance dall’Andalusia piuttosto che da Catania, la fatica ad accettare logiche imprenditoriali e di innovazione del prodotto. Così, pure le estesissime serre di pomodorini di Pachino e dintorni vedono penalizzato nel prezzo uno dei prodotti migliori al mondo, che poi quadruplica il suo prezzo negli scaffali del Nord. Solo che il valore aggiunto finisce nelle tasche di grossisti e dettaglianti, mai dei produttori.Attenzione: anche l’agricoltura è di fronte a svolte tecnologiche non ignorabili. Informatica a gogò, biotecnologie, robotica applicata ai mezzi pesanti e altro ancora che si è intravisto in questi giorni a Fieragricola, a Verona, mentre fioriscono le iniziative – soprattutto di giovani – che associano al vigneto e alle serre l’attività agrituristica, le “fattorie didattiche”, l’ippo e il cicloturismo, la produzione di erbe officinali e unguenti, la creazione di spacci interni o di trasformazione casalinga dei prodotti… Tanto che il ritorno alla campagna da parte di molti giovani non rappresenta più la parabola del fallimento cittadino, ma la voglia di intraprendere sfruttando al meglio la cara, vecchia campagna. Con falce e internet.

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