Expo rivolto a Usa, Russia, Africa

Se è vero che, come spesso si sente ribadire da più parti, l’incremento delle esportazioni costituisce un volano per la crescita del Paese (anche se sarebbe meglio dire un argine alla sua decrescita!), ad oggi constatiamo come si sia fatto ancora troppo poco per affrontare i principali ostacoli all’internazionalizzazione, cioè la carenza di supporti organizzativi e finanziari adeguati e di coordinamento tra istituzioni ed enti preposti, aggravata dalla maldestra riforma del Titolo V della Costituzione, che ha accentuato la dispersione di risorse preziose, in termini sia di responsabilità che di dotazioni economiche.Bisogna riconoscere che anche la radicata vocazione imprenditoriale del Paese, tuttavia, non è stata capace di evolversi, nel complesso, in una cultura strategica in grado di plasmarne l’architrave produttiva, che si è ritrovata troppo fragile ed esposta alle contingenze dei mercati, anche perché non affiancata, appunto, da un’adeguata rete di protezione, sia a livello finanziario che a livello sistemico in genere. In queste condizioni, i consorzi per l’internazionalizzazione, promuovendo virtuosi meccanismi di aggregazione ed interdipendenza tra imprese, e sviluppando canali relazionali qualificati tra imprese ed operatori istituzionali e professionali dedicati, nel contesto attuale vedono accrescersi spontaneamente lo spazio per riaffermare la loro presenza e la loro funzionalità.Far parte di un Consorzio sano e ben organizzato può infatti permettere all’azienda, nel mantenimento della sua totale autonomia, di individuare nuove opportunità d’affari all’estero, di consolidare la clientela acquisita, di operare con sicurezza e dinamismo anche nei Paesi più ostici, di contare su un’assistenza tempestiva e specializzata, di recuperare risorse economiche in modo tanto più rilevante quanto più è elevato il volume dell’attività svolta a livello internazionale.Non solo, ma oltre che struttura di servizio, il consorzio, grazie al valore aggiunto garantito dal rapporto associativo, consente all’azienda di inserirsi in un circuito articolato di relazioni interdipendenti, che le permettono di accedere con maggior fluidità ed immediatezza a informazioni, conoscenze, rapporti interni e non al contesto in cui opera.Il ruolo economico e sociale dei consorzi è stato peraltro esplicitamente ribadito dalla nuova legge che li riguarda, approvata poco più di un anno fa, esito di un lungo e talora farraginoso percorso politico, che tuttavia ha infine avuto il pregio di sancire l’attualità e l’efficacia del modello consortile, dotandolo peraltro di strumenti in linea coi tempi e con l’evoluzione subita negli anni dal modello stesso.Grazie alla revisione dello Statuto, approvata esattamente un anno fa, il Consorzio non solo si è pienamente allineato alle nuove disposizioni, essendo stato tra i primi a farlo in Italia, ma si è dotato di procedure più snelle ed è stato messo in condizione di ampliare il proprio raggio di attività, anche nei riguardi di aziende non associate ed esterne alla tradizionale classificazione di MPMI.Da questo punto di vista, anche la cooperazione con i consorzi partner di Brescia e Mantova, assumendo un taglio più sistematico, ha consentito nell’ultimo anno di rafforzare il ruolo di Lodi Export come punto di riferimento per i suoi qualificati servizi di supporto promozionale e tecnico per l’estero.In particolare, oltre a consolidare le posizioni sul mercato russo, con due nuove missioni commerciali a San Pietroburgo, nel 2013 Lodi Export ha aperto nuovi canali commerciali ed istituzionali in Marocco, Stati Uniti, Sud Africa e Turchia (quest’ultima anch’essa oggetto di due diverse missioni), mobilitando complessivamente circa quaranta aziende.Da rimarcare anche la presenza a ventiquattro fiere di settore, direttamente o tramite le singole aziende associate.Oltre che sui tradizionali aspetti tecnici del commercio internazionale (IVA, dogane, origine preferenziale, contrattualistica ecc.), forte è stato anche l’impegno del Consorzio sul piano della consulenza in materia di marketing e comunicazione digitale. L’impiego strategico delle nuove tecnologie digitali può infatti consentire, a fronte di investimenti modesti, di aumentare a livello esponenziale la visibilità dell’azienda e di procurare immediati contatti commerciali, affiancandosi o sostituendosi ai tradizionali strumenti di marketing.Quanto ai corsi di lingua, in aggiunta a quelli pluriaziendali tenuti presso la sede del Consorzio, va segnalata la progressiva affermazione dei moduli organizzati presso le sedi di singole aziende, che ottimizzano le condizioni di partecipazione a favore della totalità, o comunque di una significativa rappresentanza del personale.Nonostante i tagli diffusi agli incentivi, la frammentazione territoriale e le difficoltà nell’accesso ai pochi fondi disponibili, su queste ed altre attività il Consorzio ha fatto da stimolo e veicolo all’attribuzione di risorse economiche per un totale di più di duecentomila euro, senza contare i servizi erogati a titolo di gratuità o per il tramite di abbattimenti autonomamente applicati, anche grazie all’aiuto della rete degli Enti Sostenitori.Questi ultimi, raddoppiati nel corso dell’ultimo triennio, a testimonianza dell’attenzione manifestata verso la compagine da parte di strutture attive non solo a livello territoriale, si propongono quali partner privilegiati del processo di internazionalizzazione delle imprese associate, accompagnando imprenditori illuminati che vogliano inserirsi o evolvere in questo complesso, ma fondamentale processo di crescita.Imprenditori che fortunatamente tengono botta e anzi, aumentano, se è vero che i nuovi associati riescono a compensare le fuoriuscite provocate dalla crisi perdurante, confermando la base associativa della struttura sopra le cento unità, per un fatturato consolidato di oltre un miliardo di euro (di cui il 40% all’export) ed un numero di dipendenti pari a circa 4.000.Tra le piccole e micro imprese si sta quindi affermando con maggior vigore la sensibilità per i temi dell’export, purtroppo anche sull’onda delle dinamiche negative del mercato interno; una sensibilità che contribuisce a promuovere il ruolo dell’export come fattore culturale per il territorio lombardo e per il sistema Paese in generale.I consorzi come Lodi Export, strutture senza fini di lucro, liberamente scelte dalle imprese che operano sui mercati internazionali e vocate in esclusiva a tale ambito operativo, rappresentano gli interpreti naturali di questa sensibilità e la affermano quotidianamente in un servizio di pubblica utilità.Seppur il periodo continui ad essere particolarmente difficile e non lasci spazio a facili ottimismi, siamo convinti che tenacia, professionalità e volontà di potenziare il raggio d’azione all’estero, siano i giusti ingredienti per andare avanti e guardare con maggior fiducia al futuro.

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