Ci sono mille modi per presentare delle persone, ma quello messo in atto dal giovane Diogene di Sinope, un filosofo pazzoide, è stato certamente il più divertente. Durante una delle sue lezioni cominciò a spennacchiare un gallo davanti agli occhi divertiti dei suoi allievi fino a gridare: «Ecco l’uomo di Platone». Era un chiaro tentativo di mettere in ridicolo il grande maestro ateniese. Ma perché ridicolizzare uno come Platone davanti a tutti gli allievi? Semplicemente perché il grande maestro aveva definito l’uomo «un essere insieme bipede e implume», una descrizione non condivisa dal cinico Diogene, in verità non nuovo a provocazioni e punzecchiature (memorabile quella rivolta ad Alessandro Magno invitato a spostarsi perché gli oscurava il sole), che ben presto si vendicò in aula. Ma oggi, per fortuna, i galli non sono spennacchiati in aula e i ragazzi ricorrono a ben altri sistemi per presentare i commissari esterni per gli imminenti esami di maturità. Un esame che anche quest’anno si presenta senza sostanziali novità tranne che per la lode il cui cammino incomincia a farsi sempre più in salita. I maligni dicono che l’attuale formula è un’invenzione del Ministro dell’Economia per tagliare sui premi che da 1000 € sono passati a 650 €, fino allo scorso anno distribuiti in abbondanza, ma in tempi di magra tagliare è diventato uno sport nazionalpopolare. Intanto impazza sui siti degli studenti una serie di «categorie» che mettono in risalto alcune variabili sugli esami non esclusa l’analisi psicologica nonché, oserei dire, quella fisiognomica dei commissari esterni. Da qui la raccolta di notizie, in primis, sul presidente per poi allargarsi agli altri componenti esterni. I social network sono già in fibrillazione con un nutrito scambio di informazioni tanto da far apparire dei dilettanti quelli della CIA. Un’indagine a tutto campo. Una selva concettuale si ramifica ben presto tra i singoli opportunamente collegati tra loro in una ragnatela informativa. Ogni notizia è buona se serve a meglio capire la personalità di ciascun commissario esterno. Al confronto la frenologia di Hegel sembra un metodo scientifico tanto inutile quanto dannoso. Si comincia con le informazioni più facili da reperire ed è così che si passa al setaccio l’attività professionale: come interroga, su quali contenuti punta in modo particolare, quali le manie culturali, le letture preferite, gli autori graditi, ma anche quelli non graditi. Di non secondaria importanza sono le capacità relazionali: se è un tipo allegro tanto da mettere a proprio agio gli studenti o è un incupito abituato a mettere tensione; se è ben disposto all’ascolto o è facile preda dell’insofferenza; se ama intrattenersi con gli studenti anche fuori ambito scolastico o fugge le occasioni di dialogo. C’è poi lo stile di vita. E siamo all’apoteosi investigativa che arriva a sfidare la privacy per finire di indagare nella stessa vita privata. In questo caso il tam tam comincia a battere notizie particolari: il luogo di residenza, se è sposato o è single, se ha figli e se sì quale scuola frequentano, se ama la compagnia o se al contrario è un misantropo. Una tempesta investigativa si abbatte sugli ignari commissari, la cui esistenza è sottoposta a un meticoloso esame autoptico. Facebook diventa il maggior veicolo informativo. Nel giro di pochi giorni tutti i candidati riescono, senza difficoltà, a farsi un’idea, la più ampia possibile, sui commissari esterni che vengono così minuziosamente studiati come soggetti attivi al fine di trasformare la loro conoscenza in un valore aggiunto al momento soprattutto degli orali. Poi ci sono i consigli su come affrontare le prove. Sono consigli divisi maggiormente in variabili che spaziano da quelle psicologiche a quelle alimentari, dalle spirituali alle tecnologiche, dalla cura dell’aspetto estetico al modo di sedersi davanti ai commissari. Viene suggerito, infatti, di essere rilassati prima di entrare in aula per l’esame orale, di ossigenarsi mediante esercizi respiratori; di arrivare vestiti sobriamente senza eccentricità. Ai ragazzi viene suggerito di lasciare a casa pantaloni strappati nei punti cardinali o bermuda tradizionali ancorché resi interessanti dai colori dell’arcobaleno, mentre alle ragazze viene suggerito di non esagerare in scollature, in pantaloni dalla vita bassa tali da offrire griffe nascoste, (non male come suggerimenti). Ma si va anche più nel dettaglio come quello di non accavallare le gambe durante il colloquio, perché, dicono, che denota scarso interesse in quello che si va dicendo, né di unirle per evitare di dimostrare timore o dare un segno di resa (sic!). Ci sono anche particolari suggerimenti su come dominare la tensione, su cosa mangiare nei giorni che precedono gli esami, sul modo di gestire il respiro al momento di sedersi davanti ai commissari. Non mancano suggerimenti tattici, che vanno dai più tradizionali che hanno fatto la storia degli esami come quello di inserire qualche foglio utile nel vocabolario a cui ricorrere in caso di necessità, ai più arditi ritrovati delle nuove tecnologie che, sia pur fuori dalla portata di bravi commissari consumati dal tempo e dalla storia, rappresentano pur sempre un azzardo a cui i ragazzi non dovrebbero piegarsi o quanto meno non lasciarsi prendere dalle tentazioni. E’ bene ricordare ai ragazzi che se in fatto di conoscenze tecnologiche potrebbero essere un passo avanti rispetto ai commissari, in fatto di sapienza professionale i commissari la sanno lunga, sapendo ben distinguere un lavoro frutto della conoscenza da uno frutto di impudenti copiature. Ma questo è un altro capitolo. Intanto impazza il tototema. I siti studenteschi sono già pieni di indicazioni. Circolano le probabili tracce della prova d’italiano, ma anche delle versioni della seconda prova, tutto destinato alle solite smentite del giorno delle prove. Sono tentativi che in fondo aiutano i ragazzi a esorcizzare la tensione che andrà via via ad accumularsi man mano che si avvicina il 22 giugno, giorno della prima prova di italiano. Un consiglio. Non investigate troppo, piuttosto preparate bene ciò che avete studiato che… è meglio.
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