È residente a Somaglia uno dei militari sotto accusa per la “Gomorra” dei carabinieri

Si tratta di G.F., un appuntato di 38 anni: per lui è scattata un’ordinanza di custodia cautelare

C’è anche un carabiniere residente nel Lodigiano tra i dieci finiti al centro dell’inchiesta sul giro di droga, festini a luci rosse e torture che ha travolto la stazione Levante di Piacenza portando al suo sequestro. Nell’ordinanza che dispone la custodia cautelare personale nei confronti di 22 persone di cui 10 militari, l’appuntato G.F. dell’’81 residente a Somaglia, è indicato come parte dell’associazione criminale in stile Gomorra che approfittando del ruolo di appartenenti alle forze dell’ordine, si avvaleva di una rete di spacciatori divenuti complici se non essi stessi vittime dei militari, i quali manovravano lo spaccio di sostanze stupefacenti al fine di trarne personale vantaggio. Ovvero dividendone il profitto e trattenendo parte della droga. Marijuana e hascisc.

Un modus operandi che in diversi episodi documentati dalle indagini condotte dalla Procura di Piacenza con le Fiamme gialle avvalendosi delle intercettazioni telefoniche, ha visto i militari condurre arresti illegali, finti sequestri, costruzione di prove false, estorsioni e vere e proprie violenze nei confronti di spacciatori e acquirenti di sostanze stupefacenti. Il tutto anche nei mesi clou dell’emergenza Covid, quando risulterebbero certificazioni fornite da un carabiniere a spacciatori piacentini per spostarsi a Milano e rifornirsi di droga. L’inchiesta, la prima in Italia che ha portato al sequestro di una caserma dell’Arma, nasce dalla segnalazione di un militare in servizio a Piacenza e riguarderebbe illeciti commessi a partire dal 2017. Di fatto, stando a quanto dichiarato dalla procuratrice capo di Piacenza Grazia Pradella, solo un militare della caserma non sarebbe al momento coinvolto nell’inchiesta. L’appuntato 38enne residente a Somaglia risulta nell’elenco dei soggetti sottoposti a misure cautelari personali.

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