È possibile stroncare il lavoro nero

Il Consiglio dei Ministri ha approvato, nell’ultima seduta, in via definitiva, su proposta del Ministro per gli affari europei e del Ministro del lavoro, il decreto legislativo che recepisce la normativa comunitaria in materia di sanzioni e provvedimenti nei confronti dei datori di lavoro che impiegano cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare. Il decreto legislativo oltre ad adeguare la normativa italiana a quella europea, raggiunge un obiettivo fondamentale: mettere al centro del mercato del lavoro il contratto, quale strumento che da sempre tutela la persona che lavora sia in termini retributivi che previdenziali, ma anche di sicurezza. Al tempo stesso, il decreto ha come obiettivo quello di inserire anche questo tassello del mondo del lavoro irregolare all’interno di una prospettiva di bene comune e d’inclusione sociale. Questa azione aiuta a far emergere innanzitutto tutte le persone comunitarie oltre che extra comunitarie, che vivono una situazione contrattuale irregolare, evidenziando ancor di più il valore aggiunto degli oltre due milioni di lavoratori stranieri all’interno del nostro mercato del lavoro. Un mondo di lavoro che insieme alla professionalità, in termini previdenziali, come abbiamo sottolineato nell’ultimo Dossier Immigrazione di Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, alimenta le casse Inps di oltre 6 miliardi di euro, risultando cosi una risorsa certamente significativa, in termini di garanzia previdenziale per molti anziani, oltre che in termini di superamento della crisi. La necessità di numerose regolarizzazioni e provvedimenti di emersione del lavoro nero in questi anni, e nei diversi governi, rileva chiaramente come il sistema dei flussi, che è sempre un sistema importante per regolare l’ingresso in Italia dei lavoratori stranieri, deve essere, però, adeguato: certamente legandolo ai tempi, alle stagioni del lavoro, alle necessità del lavoro. Non si può interpretare l’attuale mercato del lavoro – dalle esigenze in agricoltura a quelle del turismo, dalla pesca all’ artigianato fino al mondo dei servizi alla persona - con un solo decreto flussi annuale unitamente a un altro per gli stagionali. In questo senso, ancora una volta, quest’azione parlamentare per combattere il lavoro nero diventa un’occasione importante per ripensare effettivamente la modalità con cui fare incontrare domande e offerte di lavoro. Inoltre, il decreto porta un altro importante tassello anche all’interno di una lotta allo sfruttamento del lavoro che, non dimentichiamo, è legato ad un sistema tante volte mafioso, di traffico, di caporalato, di controllo dei prezzi del mercato. In altri termini, quest’azione sollecita anche un’attenzione maggiore a tutto ciò che è di contorno all’irregolarità lavorativa che, tante volte, è legata a sistemi certamente di sfruttamento molto più ampi. Per la prospettiva di tutela dei lavoratori in cui si muove, per l’azione contro ogni forma di sfruttamento, questo decreto è un gesto importantissimo sul piano dello sviluppo del nostro Paese, in questo tempo di crisi economica e morale.

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