“Abbiamo in mano uno strumento in più per ottenere un obiettivo importante: il miglioramento del sistema scolastico”. Così il ministro, Stefania Giannini, ha commentato la firma della direttiva per la valutazione dei dirigenti scolastici. Una direttiva che vuole contribuire – si legge tra l’altro nel testo – “alla trasparenza, efficienza ed efficacia dell’azione dirigenziale” e che spiega nel dettaglio le finalità e le modalità della valutazione dei dirigenti. Un processo – si precisa – “finalizzato alla valorizzazione e al miglioramento professionale dei dirigenti”, nella prospettiva di un servizio scolastico sempre migliore “Dopo 15 anni di incertezze, attese e sperimentazioni – ha detto ancora il ministro – oggi siamo nelle condizioni di realizzare pienamente la valutazione dei dirigenti scolastici. Questo grazie ad un rinnovato quadro normativo, allo stanziamento di specifiche risorse economiche e alla presenza di risorse umane aggiuntive fra gli ispettori. Tutti effetti della legge 107, la Buona Scuola”.I criteri (contenuti nelle Linee guida abbinate alla direttiva) in base ai quali saranno valutati i dirigenti li ha spiegati ancora il ministro Giannini: “La capacità di indirizzo e di gestione della scuola peserà per il 60% sulla valutazione”. Poi “la capacità di valorizzare le risorse umane, il personale della scuola tutto (docente, amministrativo, tecnico e ausiliario) peserà per il 30%. Il restante 10% si baserà sull’apprezzamento dell’operato del dirigente da parte della comunità scolastica, di coloro che vivono e lavorano nella scuola”Tutto partirà dal primo settembre 2016 e coinvolgerà oltre 7.000 dirigenti scolastici in tutto il Paese. Ad agosto i dirigenti firmeranno il loro incarico all’interno del quale saranno inseriti obiettivi di miglioramento di tre tipi: obiettivi generali individuati dal Ministero, obiettivi legati alle specificità del territorio individuati dagli Uffici scolastici regionali e obiettivi specifici collegati alla scuola che deriveranno dal Rapporto di autovalutazione dell’istituto affidato al dirigente.La valutazione dei dirigenti, che si svolgerà con cadenza annuale, avverrà da parte di un apposito nucleo di esperti e sono previsti quattro “gradi”: mancato raggiungimento degli obiettivi, buon raggiungimento degli obiettivi, avanzato raggiungimento degli obiettivi, pieno raggiungimento degli obiettivi. L’esito della valutazione – ha spiegato ancora il Ministero in un comunicato – sarà utilizzato per la retribuzione di risultato dei dirigenti: “Niente più fondi a pioggia, come accade oggi. In caso di mancato raggiungimento degli obiettivi il dirigente potrà essere assegnato, in prima battuta, ad altra scuola. Se la valutazione negativa si ripeterà, sarà messo a disposizione dell’Ufficio Scolastico per svolgere altre mansioni”. In sostanza, i dirigenti valutati negativamente in modo continuo non potranno più dirigere una scuola.Passa anche da qui lo sforzo di “valutare la scuola” in atto da tempo. E non è cosa da poco. In una prospettiva di servizio sempre migliore, infatti, non è indifferente potere “misurare” le criticità e i punti di forza di ogni componente del sistema scuola. Dirigenti e docenti compresi. Anche in questo modo potranno crescere professionalità e competenze, a tutto vantaggio dell’intera comunità scolastica.
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