Due morti nell’incidente aereo, assolto il presidente della scuola di volo

Nello schianto dell’ultraleggero a Dovera persero la vita un 18enne e il figlio dell’imputato

L’allora presidente e direttore della scuola di volo dell’Associazione sportiva Country Club di Dovera, Alberto Frigerio, è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di duplice omicidio colposo in relazione alla morte nella caduta di un aereo ultraleggero del 18enne di Osnago (Lecco) Nicola Beretta, che era ai comandi, e del 27enne Rodolfo Frigerio, figlio del presidente stesso, che si erano schiantati la mattina del 14 aprile 2017 nell’aia della cascina Molino Rizzi, a Barbuzzera, frazione di Dovera, a circa 700 metri a sud dalla pista della scuola di volo.

Il processo è stato celebrato a Cremona, con otto udienze e decine di testimoni, e il pm aveva chiesto una condanna a quattro anni di reclusione. Secondo il capo d’imputazione, il 27enne Rodolfo Frigerio si sarebbe proposto come istruttore di volo senza avere la necessaria abilitazione, a fianco di Beretta che aveva all’attivo solo 20 ore di pilotaggio, e a scopo di esercitazione gli avrebbe fatto fare una manovra “a cappio” che aveva determinato la perdita di controllo del velivolo Tecnam P92, precipitato in picchiata. Ricostruzione che il difensore avvocato Daniele Sussmann di Milano ha confutato punto per punto, chiamando come consulenti due comandanti d’aereo, Stefano Benassi, ispettore Faa, e Stefano Patacca, istruttore a Dovera, che hanno escluso che la manovra “a cappio”, chiamata dai piloti “virata dell’uomo morto”, venga proposta con gli ultraleggeri e men che meno ai circa 300 metri di quota dei ragazzi.

Secondo la difesa, anche per il fatto che vari testimoni sentirono un “fuorigiri” del motore, l’ipotesi più probabile è un difetto del passo variabile dell’elica che all’improvviso avrebbe fatto perdere spinta, e quindi velocità, determinando lo stallo. Il presidente, assente quella mattina, non poteva rispondere del fatto che il neopilota 18enne avesse impropriamente deciso di portare al suo fianco un passeggero, che nel processo è emerso non si faceva qualificare come istruttore. Inoltre, pur a fronte di diversi rilievi e suggerimenti di sicurezza nella relazione d’indagine Ansv, la difesa sottolinea come non fossero emerse irregolarità nella gestione dell’ultraleggero di proprietà del club.

© RIPRODUZIONE RISERVATA